Padre della Saraceni, mia figlia la buttiamo in una discarica?

Padre della Saraceni, mia figlia la buttiamo in una discarica?
Federica Saraceni
2 ottobre 2019

“Prima del reddito di cittadinanza mia figlia percepiva il reddito d’inclusione. Dobbiamo mandarla a fare la prostituta o buttarla in una discarica? Mia figlia dice una cosa: datemi un lavoro e rinuncio al reddito di cittadinanza”. A parlare oggi, dopo le polemiche scaturite dalla notizia sul reddito di cittadinanza che la figlia percepisce, e’ il padre di Federica Saraceni, l’ex Br condannata a 21 anni e mezzo di carcere per l’omicidio di Massimo D’Antona. Ex magistrato e difensore della figlia – “Federica e’ stata condannata per un errore”, ha ribadito oggi – contesta con forza “l’attacco” che le e’ stato mosso.

Dopo il silenzio di ieri, l’ex magistrato si scaglia in modo bipartisan contro chi parla di “anomalia”: “l’attacco a mia figlia parte dalla destra becera e reazionaria”, e “purtroppo la sinistra si accoda, perche’ la destra specula sulle emozioni e sui sentimenti e la sinistra non e’ mai capace di una propria autonomia – continua Saraceni -. Per esempio anche la ex ministra Madia, si accoda e dice che bisogna cancellare la legge, ma dimentica una cosa: mia figlia prima di percepire il reddito di cittadinanza percepiva il reddito d’inclusione, varato proprio dal Governo di cui faceva parte la Madia”.

Ma il Pd, per bocca del capogruppo alla Camera Graziano Delrio, anche oggi insiste: “chiediamo che al piu’ presto si verifichi e si modifichi la norma (sulla concessione del reddito di cittadinanza – ndr) legandola – nel caso di detenuti per gravi reati – ad effettivo ravvedimento, ad effettiva collaborazione con lo Stato. Nessuno puo’ premiare chi non si ravvede e collabora”. Il provvedimento, sottolinea ancora il Pd, fu “votato e approvato dalla Lega, che ora inscena una protesta propagandistica”. E al leader del Carroccio, Matteo Salvini – che ha tuonato “Chiariscano o fermiamo i lavori del Parlamento” – chiede conto anche Mara Carfagna, di Forza Italia: “Stupisce la sua alzata di scudi contro una legge che lui stesso ha approvato e rifinito fin nei dettagli. Sono Salvini e Di Maio che dovrebbero spiegarci come e’ possibile che sia stato concesso il reddito di cittadinanza ad una persona condannata per reati gravissimi e tutt’ora agli arresti domiciliari. Il governo emani un decreto urgente per cancellare questo tipo di benefici”.

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Sulla stessa linea FdI che chiede di escludere dal reddito di cittadinanza coloro che hanno riportato condanne penali gravi. E il governo potrebbe effettivamente muoversi in questa direzione: e’ il viceministro dell’economia Antonio Misiani a sottolineare che “bisogna cambiare le regole di attribuzione del reddito”. In due interviste intanto la vedova del giuslavorista, Olga D’Antona, si dice certa che Federica Saraceni non abbia “davvero bisogno” di quel denaro, perche’ “ha una famiglia alle spalle che da sempre si occupa di lei e dei suoi figli, che l’ha sempre sostenuta e le e’ sempre stata vicino. Rinunci al reddito e lo lasci a chi ne ha davvero bisogno”.

E alle parole di Salvini, risponde: “Anziche’ fare sciopero e minacciare di bloccare il Parlamento, vada a lavorare e proponga un ordine del giorno per correggere l’errore commesso, lui puo’ farlo”. Il leader del Carroccio, intanto, anche oggi e’ tornato sulla vicenda: “Sta prendendo 600 euro al mese una brigatista rossa che e’ stata in galera per 21 anni per l’omicidio D’Antona. Ma come si puo’ dare il reddito di cittadinanza a chi e’ stato in galera per omicidio? Il presidente dell’Inps Tridico ha detto che secondo la legge chi e’ fuori dalla galera da 10 anni ha il diritto. Amico mio, cambiala la legge! Qui c’e’ qualcuno che per vedere 600 euro al mese si fa un mazzo cosi'”.

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