Pagnoncelli, 40% di Sì al referendum non è di Renzi: c’è dentro un po’ di tutto

Pagnoncelli, 40% di Sì al referendum non è di Renzi: c’è dentro un po’ di tutto
7 dicembre 2016

“Il 40,05% di Sì al referendum non sono voti di Matteo Renzi e nemmeno del Pd. Quindi non è da lì che il premier può ripartire come sostengono diversi esponenti della maggioranza”. Lo sostiene il sondaggista Nando Pagnoncelli di Ipsos in una intervista a Il Fatto Quotidiano. Come è composto dunque il 40% del Sì al referendum?

Lì, spiega Pagnoncelli, sono arrivati l’80,6% dei voti del Pd alle Europee; il 48,7% di quelli di Ncd-Udc; il 23,8% di quelli di Forza Italia; il 16,4% di quelli di sinistra; il 10,9% degli elettori della Lega, il 10,4% di Fdi e il 9,9% pure dal M5S e “per questo dire che quel 40% è l’embrione del partito di Renzi o del partito della nazione è una semplificazione che non sta né in cielo né in terra. Tra quegli elettori c’è dentro un po’ di tutto e molti di loro, in caso di elezioni politiche, non starebbero mai dalla parte di Renzi. Quel 40% non è paragonabile alla cifra ottenuta dal Pd alle Europee del 2014. Un referendum viaggia su binari completamente diversi”. Quindi, aggiunge, Renzi può ripartire “dai voti del Pd, che al momento stanno intorno al 30%, ma nemmeno tutti. Come non può contare nemmeno sui voti totali degli alleati. A farlo sperare potrebbe essere il grado di fiducia degli italiani nei suoi confronti, il 36%, dietro solo a Sergio Mattarella col 61. Ma anche qui non confondiamo: il grado di fiducia non è traducibile in voti nell’urna in caso di elezioni”.

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