A Palermo “Lo Schiaccianoci” alla ricerca d’identità. Il debutto in “austerity” del coreografo Picone

A Palermo “Lo Schiaccianoci” alla ricerca d’identità. Il debutto in “austerity” del coreografo Picone
24 dicembre 2016

Non è Lo Schiaccianoci che abbaglia per la sua luminosità, ricchezza, quello consegnato alla storia della tradizione occidentale da Frederick Ashton che ha ripreso l’originale coreografia di Marius Petipa per il Royal Ballet, ma neanche quello della tradizione russa di Yuri Grigorovich, il balletto di Tchaikosky firmato per il Massimo di Palermo da Giuseppe Picone, ballerino, coreografo e direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Il debutto di Picone al Massimo, come coreografo, che riprende l’edizione del San Carlo di Napoli, già portata a Palermo, dall’allora direttore del Corpo di Ballo, Luciano Cannito, appare lontano dai fasti esecutivi che contraddistinguono il secondo dei tre balletti musicati da Tchaikovsky.

ESIGUO CORPO DI BALLO Rifacendosi sicuramente più alla tradizione europea, ma schiacciando l’occhio anche a quella russa, con una Clara bambina che sogna il suo principe Schiaccianoci che la porta in un mondo fantastico, e che si risveglia poi sola nella casa paterna, Picone, nell’allestimento in scena al Massimo sino al 28, sembra più tendere a semplificare gli elementi coreici e registici della storia, piuttosto che arricchirli, o dare una personale impronta, come hanno fatto già precedentemente artisti come Nureyev, Baryshnikov, Roland Petit, alla messa in scena. Il Natale in casa di Clara sembra più un Natale in austerity, con tutto sì, ma l’essenziale si direbbe. Avendo lui stesso ricoperto il ruolo di Schiaccianoci, conosce bene il balletto per poterlo rimontare, una maggiore originalità sarebbe stata però preferibile invece di continui rimandi – dalla figura del Mago Drosselmayer, al Pas de Deux finale danzato tra Fata confetto e Schiaccianoci, propri della versione inglese – ad edizioni passate. Dalla sua forse, l’esiguo corpo di ballo del Massimo – sarebbe il caso che si provvedi a rimpolpare le fila dei danzatori – che sembra contare, almeno in scena su otto più otto ballerini e i giovani della scuola di ballo, cui era stato affidato il ruolo dei bambini e dei topi che assaltano Clara.

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IN SCENA FINO AL 28 Ecco quindi che la battaglia tra i Soldati di Schiaccianoci e l’esercito dei topi si trasforma in una monotona danza dei soldati mentre i topini, non sanno bene cosa fare e restano in disparte a lato del palcoscenico, quasi nascosti. Lo stesso scontro tra Schiaccianoci e il Re dei Topi stenta a decollare e finisce con la soluzione classica: Clara gli da una botta in testa, ma senza scarpina, e salva l’amato Schiaccianoci. La sera della prima, il 23 scorso, in scena il primo dei tre i cast che si alterneranno sino al 28 dicembre con doppi spettacoli, e che vedeva nei ruoli principali lo stesso Giuseppe Picone e Ashley Bouder. Nelle recite successive il cast con Emil Petrov Yordanov e Marta Petkova, e l’altro cast con Michele Morelli e Francesca Davoli, danzatori del Corpo di Ballo del Teatro Massimo. Un pubblico delle grandi occasioni ha affollato – e affollerà, le recite sono tutte sold out – il teatro Massimo, testimoniando come la danza sia ricercata, desiderata, dal pubblico e debba quindi tornare ad avere un ruolo da protagonista nelle successive stagioni.

 

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