Papa: non lasciamoci vincere da tenebre. Oltre un milione di persone al Parco Bolivar

8 settembre 2017

Oltre un milione di persone, nonostante la pioggia battente, ha partecipato a una parola di vita, che illumini con la sua luce tutti gli sforzi e mostri il senso e la bellezza dell’esistenza umana. “Queste moltitudini di uomini e donne, bambini e anziani abitano una terra di inimmaginabile fecondita’, che potrebbe dare frutti per tutti”. “Questa amata citta’, Bogotá, e questo bellissimo Paese, la Colombia, presentano molti degli scenari umani descritti nel Vangelo”, ha osservato Francesco nell’omelia . Ma anche in Colombia, come in altre parti del mondo, ha detto, “ci sono fitte tenebre che minacciano e distruggono la vita: le tenebre dell’ingiustizia e dell’inequita’ sociale; le tenebre corruttrici degli interessi personali o di gruppo, che consumano in modo egoista e sfrenato cio’ che e’ destinato al benessere di tutti; le tenebre del mancato rispetto per la vita umana che miete quotidianamente l’esistenza di tanti innocenti, il cui sangue grida al cielo; le tenebre della sete di vendetta e di odio che macchia di sangue umano le mani di coloro che si fanno giustizia da soli; le tenebre di coloro che si rendono insensibili di fronte al dolore di tante vittime”. Ma Gesu’ le disperde e le distrugge quelle tenebre con il suo comando sulla barca di Pietro: “Prendi il largo”. “Noi – ha spiegato Francesco – possiamo invischiarci in discussioni interminabili, fare la conta dei tentativi falliti ed elencare gli sforzi finiti nel nulla; come Pietro, sappiamo cosa significa l’esperienza di lavorare senza nessun risultato. Anche questa nazione conosce questa realta’”.

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Pur senza citare direttamente il “Libertador” Simon Bolivar, il Papa ha ricordato in proposito la storia della Colombia, “quando per un periodo di sei anni, al suo inizio, ebbe 16 presidenti e pago’ caro le sue divisioni”. “Anche la Chiesa in Colombia ha fatto esperienza di impegni pastorali vani e infruttuosi – ha osservato Francesco – pero’ come Pietro, siamo anche capaci di confidare nel Maestro, la cui Parola suscita fecondita’ persino la’ dove l’inospitalita’ delle tenebre umane rende infruttuosi tanti sforzi e fatiche”. “Pietro e’ l’uomo che accoglie con risolutezza l’invito di Gesu’, che lascia tutto e lo segue, per trasformarsi in un nuovo pescatore, la cui missione consiste nel condurre i suoi fratelli al Regno di Dio, dove la vita diventa piena e felice”. Secondo Francesco “il comando di gettare le reti non e’ rivolto soltanto a Simon Pietro”, ha proseguito: “A lui e’ toccato di prendere il largo, come quelli che nella vostra patria hanno per primi riconosciuto quello che piu’ urge, quelli che hanno preso iniziative di pace, di vita”. “Gettare le reti comporta responsabilita’”, ha ammonito Francesco: “A Bogotá e in Colombia si trova in cammino un’immensa comunita’, che e’ chiamata a diventare una rete robusta che raccolga tutti nell’unita’, lavorando per la difesa e la cura della vita umana, particolarmente quando e’ piu’ fragile e vulnerabile: nel seno materno, nell’infanzia, nella vecchiaia, nelle condizioni di disabilita’ e nelle situazioni di emarginazione sociale”. Dunque “anche le moltitudini che vivono a Bogotá e in Colombia possono diventare vere comunita’ vive, giuste e fraterne se ascoltano e accolgono la Parola di Dio”, ha rilevato il Papa. “In queste moltitudini evangelizzate sorgeranno – ha auspicato – molti uomini e donne divenuti discepoli che, con cuore veramente libero, possano seguire Gesu’; uomini e donne capaci di amare la vita in tutte le sue fasi, di rispettarla, di promuoverla. C’e’ bisogno di chiamarci gli uni gli altri, di mandarci dei segni, come i pescatori, di tornare a considerarci fratelli, compagni di strada, soci di questa impresa comune che e’ la patria”.

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