Parla la deputata siciliana M5s che fece bloccare “l’affare” Arata. “Adesso verranno fuori altre cose interessanti”

Parla la deputata siciliana M5s che fece bloccare “l’affare” Arata. “Adesso verranno fuori altre cose interessanti”
Valentina Palmeri
12 giugno 2019

“L’arresto di Paolo Arata? Non mi sorprende molto, magari adesso verranno fuori altre cose interessanti. Altre magagne. Purtroppo, il sistema dei rifiuti si presta a infiltrazioni…”. A parlare con l’Adnkronos è Valentina Palmeri, la giovane deputata regionale del M5S all’Ars che, grazie al suo intervento, riuscì a bloccare tempo fa l’impianto ”Biometano Gallitello”, che sarebbe dovuto sorgere a Calatafimi Segesta (Trapani). L’impianto era stato proposto dalla Solgesta Srl, cioè l’azienda riconducibile all’ex consulente della Lega Paolo Arata, arrestato all’alba di oggi per corruzione e autoriciclaggio, e al ”re dell’eolico” Vito Nicastri, anche lui finito in manette nella stessa operazione coordinata dalla Dda di Palermo.

In quella occasione, Valentina Palmeri, oggi alla sua seconda legislatura, decise di fare richiesta di accesso agli atti per visionare il progetto, ma capì subito che qualcosa non quadrava. ”In quella vicenda – dice oggi la deputata -feci un lavoro che abbiamo sempre fatto, anche in altre circostanze, e che poi ha dato questi sviluppi che non potevo certo immaginare. E’ chiaro che quando facciamo interrogazioni o atti ispettivi in questi ambiti, cioè energia e rifiuti, ci rendiamo conto che sono temi caldi, dove bisogna essere molto cauti”.

“In quel caso particolare – aggiunge – Palmeri – c’erano ‘voci di popolo’ che dicevano che dietro quelle istanze c’erano interessi diversi, ma non si può mai avere la certezza. Poi, successivamente, quando ho fatto un approfondimento, ho visto che c’erano delle resistenze e dei ritardi e i fatti hanno poi dimostrato cosa ci fosse dietro”. E ancora sul caso Solgesta: “Sono state fatte delle verifiche e sono state controllate le telefonate degli interlocutori, così gli inquirenti hanno visto che c’era qualcosa. Ma non avrei mai immaginato che ci fossero dei collegamenti con il governo nazionale”. Il riferimento è all’ex sottosegretario della Lega Armando Siri, indagato nell’ambito di un altro filone dell’inchiesta. E dimissionato dal premier Conte.

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Su quanto scritto dal gip nella misura cautelare che parla di presunte infiltrazioni mafiose negli affari tra Arata e Nicastri, Palmeri dice: “Beh, stiamo apprendendo che su tutto quello che si mormorava, ora c’è una fondatezza. E ci lascia una forte amarezza. Ma nello stesso tempo siamo consapevoli che il sistema delle energie si presta a queste infiltrazioni, nel senso che non ci sorprendiamo perché, come abbiamo sempre detto, servono piani di rifiuti chiari, che vanno a prevenire episodi come questi”. “Sono ambiti caldi, abbiamo sempre posto la nostra lente di ingrandimento su affari come questi”, dice ancora la deputata.

E tornando a parlare del suo ruolo nell’affare sfumato per il consulente della Lega per l’Energia, Paolo Arata, arrestato all’alba di oggi dalla Dia di Palermo, Valentina Palmeri dice: “Sì, è vero. Ho avuto un ruolo importante in quella circostanza. Quando vedi che c’è un istanza biometano, la prima cosa che fai è un approfondimento. Sappiamo che lì doveva nascere un impianto pubblico di compostaggio. Insomma, non avevamo visto niente di utile per il territorio. E poi perché un impianto privato? Mentre ci sono istanze pubbliche al contempo ci sono progetti privati, tanti canali paralleli…”.

Quella volta, la giovane parlamentare chiede il progetto “ma non l’ho ricevuto”, dice oggi all’Adnkronos. “Il progetto non era pubblicato sul sito della regione, una procedura falsata fin dall’origine”. La deputata grillina aveva appreso del caso della Solgesta “su un avviso sul sito della Regione che mi aveva fatto drizzare un po’ le orecchie – spiega ancora – c’era qualcosa che non mi quadrava- così nacque la richiesta di accesso agli atti”. Dopo una relazione di Legambiente che aveva evidenziato alcune criticità sul progetto, il sindaco di Calatafimi Segesta decise di revocare in autotutela la procedura relativa al progetto dell’impianto. Oggi Arata è finito in carcere per corruzione e autoriciclaggio. “No, non molto molto sorpresa – conclude Palmeri – ma certamente amareggiata…”. (AdnKronos)

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