Parte la vendemmia, un business da quasi 10 miliardi

12 agosto 2014

È iniziata la vendemmia in Italia con una produzione che per effetto del clima del tutto anomalo di inizio estate molto probabilmente sarà più contenuta dello scorso anno che con oltre 49 milioni di ettolitri è stato particolarmente ricco. È quanto stima la Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo di uva da vino Made in Italy del 2014, avvenuto, con dieci giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, nell’azienda agricola Faccoli, in via Cava a Coccaglio in provincia di Brescia in Franciacorta, dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzioni di spumanti che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia.
Con queste premesse è testa a testa per la conquista del primato produttivo con la Francia dove – sottolinea la Coldiretti – le prime per il 2014 danno una produzione in media con gli ultimi cinque anni di 46,4 milioni di ettolitri, secondo l’Istituto del Ministero dell’agricoltura d’oltralpe.

In Italia si inizia con le uve pinot e chardonnay in un percorso che – precisa la Coldiretti – proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà quest’anno addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo. Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perchè molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve con le previsioni di tempo buono che stanno alimentando l’ottimismo dopo l’andamento climatico bizzarro, con un mese di luglio con il 74 per cento di precipitazioni in più e circa mezzo grado di temperatura in meno rispetto alla media che ha fatto aumentare l’impegno ed i costi dei viticoltori per la difesa del raccolto. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.

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Nei primi sei mesi del 2013 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti sono risultati in valore pressochè stabili rispetto allo scorso anno (-0,1 per cento) in un quadro di calo complessivo dei consumi alimentari, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, mentre le esportazioni sono amentate del 3 per cento nel primo quadrimestre con il risultato che oltre la metà del fatturato che sarà realizzato dal vino nel 2014 sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero. Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2014 – ricorda la Coldiretti – coinvolgerà 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dove quest’anno rispetto al passato con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.

Secondo una indagine Coldiretti/Ixè oltre 2 giovani italiani su 3 (68 per cento) vorrebbero partecipare alla vendemmia 2014. Il settore del vino è uno dei più ambiti dai giovani sia per fare una esperienza lavorativa che per investire come dimostra il fatto che sono ben 19.423 le aziende agricole specializzate in viticoltura su 141mila ettari di vigneto condotte da under 40 anni e rappresentano ben il 12 per cento del totale delle 161716 aziende agricole “giovanì’, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati relativi all’ultimo censimento. “La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavorò’, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.

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