Pasqua di sangue in Sri Lanka, stragi in chiese e hotel

Pasqua di sangue in Sri Lanka, stragi in chiese e hotel
21 aprile 2019

Oltre duecento morti e piu’ di 450 feriti di cui un numero imprecisato in condizioni critiche. E fra i morti 35 stranieri di otto nazionalita’. Ma i numeri danno solo una pallida idea di quello che e’ successo in Sri Lanka. Sono esplose bombe in tre chiese e in 4 alberghi di lusso, un kamikaze che si e’ fatto saltare in aria a casa sua uccidendo tre degli agenti che erano andati ad arrestarlo. E’ stato un massacro come lo Sri Lanka non viveva dalla fine della guerra civile. L’unita’ di crisi della Farnesina e’ al lavoro per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani e ha messo a disposizione un numero per segnalazioni, +390636225.

“Siamo chiusi in albergo per il coprifuoco che ci sara’ fino alle 6 di domattina. Poi, una volta cessato, ci allontaneremo al piu’ presto da Colombo. Siamo spaventati”. E’ la testimonianza di Giusi Bortone, medico originario di Camerota (Salerno) ma residente a Parma, atterrata stamani a Colombo per una vacanza in compagnia del fidanzato. “Siamo arrivati alle 10 – dice al telefono – e mentre stavamo ritirando i bagagli un ragazzo ci ha informato delle esplosioni. Poi abbiamo visto le immagini dei tg in aeroporto”. L’attacco non e’ stato ancora rivendicato, ma il governo ha assicurato che i responsabili dell’atto terroristico di matrice religiosa sono stati identificati e saranno presto arrestati.

Per ora sono 8 le persone fermate e i nomi “emersi sono tutti locali”, ha detto il premier Ranil Wickremesinghe, ma gli inquirenti stanno cercando di verificare eventuali “contatti all’estero”. Ed e’ gia’ polemica perche’ la strage in qualche modo era stata annunciata: il capo della polizia era stato allertato da un servizio straniero di intelligence e aveva emanato un’allerta a livello nazionale l’11 aprile, segnalando il rischio di attentati kamikaze contro “chiese importanti” e contro la rappresentanza diplomatica indiana a Colombo, pianificati dal gruppo radicale islamico National Thowheeth Jama’ath (Ntj). Si deve capire -ha detto il premier- perche’ “non siano state prese contromisure, non sia stata data sufficiente attenzione” alla soffiata.

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Il gruppo e’ noto dall’anno scorso, quando era stato collegato ad una serie di atti vandalici contro simboli buddisti. Tutte le celebrazioni pasquali sono state annullate ed e’ stato dichiarato lo stato di emergenza; e’ stato anche imposto il coprifuoco con effetto immediato e fino a nuove comunicazioni dalle 18 fino all’alba. Sono stati anche sospesi tutti i social network “per il tempo necessario a chiudere le indagini”. Condanne e cordoglio da tutto il mondo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “sdegno e profonda tristezza” e ha confermato l'”inflessibile impegno” dell’Italia “nella lotta contro ogni forma di terrorismo e di violenza”.

A Colombo e’ stato colpito il santuario di Sant’Antonio, gli hotel di lusso Shangri-La, Kingsbury e Cinnamon Grand Colombo; un piccolo hotel a Dehiwala, periferia meridionale, vicino allo zoo. A Negombo, a nord della capitale, e’ stata colpita una chiesa. Un’altra chiesa e’ stata attaccata a Batticaloa, nell’est del Paese, nella parte opposta dell’isola. “Per favore restate in casa. Ci sono molte vittime, inclusi stranieri”, ha scritto su Twitter il ministro per le Riforme economiche, Harsha de Silva, che ha visitato alcuni dei luoghi attaccati. “Scene orribili, ho visto arti amputati sparsi dappertutto, le squadre di emergenza sono state inviate in tutti i luoghi. Abbiamo portato molte vittime in ospedale, speriamo di aver salvato molte vite”, ha aggiunto. Nel Paese i cristiani sono il 7,4% della popolazione.

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