Paziente e terapeuta, una tempesta di emozioni

8 giugno 2014

Una tempesta di emozioni che ti conquistano, turbano, cambiano e fanno riflettere. E’ quello che si prova leggendo le pagine del libro “Come un equilibrista sul filo” edito da Città del Sole Edizioni e scritto da Elisabetta Felletti, giornalista e psicoterapeuta. Nell’opera, presentata qualche giorno fa a Messina, ci sono ventitré storie, che parlano di varie dipendenze e raccontano esperienze difficili. “Un universo sofferente in cui lo psicoterapeuta – scrive il noto psicologo Alessandro Meluzzi nella prefazione – non ha paura d’immergersi. Non c’è un distacco emotivo, bensì un coinvolgimento che però non trascende, non diventando mai un rovinoso travolgimento. La vicinanza al paziente non è solo emotiva ma anche fisica: stringere una mano, fare un a carezza sul viso, sono da considerare parti integranti della terapia stessa”.

“Nel mio lavoro – spiega la scrittrice – mi occupo di pazienti che hanno dipendenze a trecentosessanta gradi. Tratto un tema molto attuale come la dipendenza da internet o dai social network di una adolescente, ma pure quella da psicofarmaci o le classiche da cocaina, eroina o alcolici. La caratteristica del libro è quello di un incontro tra due essere umani, eliminando i ruoli. Io non rimarco mai la mia posizione, vedo l’altro come un individuo con il giusto rispetto. Metto in primo piano le emozioni del paziente, ma anche le mie senza avere difficoltà ad esprimere questi percorsi di cambiamento che sono fatti anche di cadute e ricadute. Anche noi terapeuti ci mettiamo a nudo esprimendo momenti di difficoltà perché ci viene trasmessa la rabbia che queste persone hanno un vissuto molto pesantemente, altrimenti non farebbero qualcosa contro se stessi tendendo a distruggersi o a non vivere. Tentano di restare in una condizione di nirvana che di fatto è fittizia”. Nel libro della Felletti sul letto dello psicoterapeuta ci siamo anche noi con le nostre ansie, manie e preoccupazioni, perché riesce a coinvolgerci e trasmettere la forza per riuscire a vincere anche le condizioni avverse più difficili che tendiamo a crearci per trovare delle soluzioni ai problemi di ogni giorno.

Leggi anche:
Marcorè dirige "Zamora": racconto un uomo un po' goffo e donne risolute
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti