Pd approva liste europee, minoranza si divide su candidati Mdp

Pd approva liste europee, minoranza si divide su candidati Mdp
Nicola Zingaretti
11 aprile 2019

Nessun voto contrario, ma 30 astenuti: le liste del Pd per le europee vengono approvate dalla direzione con la presa di distanza dell’area di Roberto Giachetti e di quella che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Di fatto, tutti gli esponenti di fede renziana, scontenti per l’inserimento in lista di due esponenti Mdp, ovvero due ex Pd, Massimo Paolucci e Cecilia Guerra. La notizia, però, è che la minoranza congressuale si divide, perché Maurizio Martina e l’area di Matteo Orfini votano invece a favore delle liste. Un distinguo, quello degli astenuti, che Nicola Zingaretti non ha apprezzato: “A me dispiace che non si arrivi a un voto unanime perché il segno di queste liste non può che essere quello di un fatto politico che considero una grande vittoria di tutti noi”.

La scelta di non votare, spiega un esponente dell’area Guerini-Lotti, è una “astensione responsabile” per “evitare di spaccare il partito alla vigilia delle europee”. D’altro canto, viene precisato, nelle liste ci sono anche “candidati che marcano in maniera adeguata il profilo riformista” (la renziana Simona Bonafè è addirittura capolista nella circoscrizione centrale). Martina, al contrario, ha motivato così il suo assenso: “Se diciamo da Tsipras a Macron a livello europeo dobbiamo essere conseguenti anche in Italia e mi pare che le liste cerchino di lavorare proprio su questo fronte”. E anche Orfini, pur non condividendo tutte le scelte fatte, ritiene prioritario ora lavorare perché Zingaretti rilanci la vocazione maggioritaria del Pd. Gli ex Pd riammessi in lista non piacciono nemmeno a Carlo Calenda, ma l’ex ministro preferisce evitare polemiche: “Quelle presentate dal Partito democratico sono delle buone liste. Non condivido come noto l`ingresso dei due candidati di Mdp nelle liste per mancanza di coerenza con il programma. Ma ora basta polemiche, si lavora tutti insieme per vincere le Europee”.

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Zingaretti aveva provato a spiegare agli scontenti che i due candidati Mdp in lista non prefigurano nessun rientro nel partito, condizione posta anche da Calenda: “Ho mantenuto l’impegno di non stipulare un accordo politico tra partiti diversi e che diversi rimarranno”. Parole che non sono bastate a Giachetti e agli altri, il nome di Paolucci, in particolare, non andava proprio giù. Il segretario comunque prova a voltare pagina: “Ora tutti in campo a combattere”. Il segretario Pd insiste su un punto: “Sono convinto – ha spiegato – che questa lista contribuirà al fallimento della costruzione di una maggioranza sovranista. E’ una scelta ambiziosa fondata su un impianto riformista che mette al centro innovazione, sostenibilità, crescita, difesa dei diritti e lavoro”. I capilista saranno Giuliano Pisapia nel Nord-ovest (seguito da Irene Tinagli voluta da Calenda e da Enrico Morando), Calenda nel nord-est (seguito da Elisabetta Gualmini e Paolo De Castro), la Bonafè al centro (dietro di lei David Sassoli e Roberto Gualtieri), Franco Roberti al sud (poi Pina Picierno) e Caterina Chinnici al sud, (seguita dal medico Pietro Bartolo).

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