Per Pd ballottaggi ad alto rischio, su sfondo sfida a sinistra

Per Pd ballottaggi ad alto rischio, su sfondo sfida a sinistra
Il segretario del Pd, Matteo Renzi
24 giugno 2017

Tornata di ballottaggi ad alto rischio per il Partito democratico. Domani si vota, per il secondo turno delle comunali, in 111 comuni, di cui 22 capoluoghi di provincia. Solo in sei di questi il Pd parte avanti e, se al primo turno i Dem hanno potuto gioire per i risultati non positivi del M5s, questa volta l’esito (positivo o negativo) sarà tutto in carico ai vertici del Nazareno. “Comunque vada il Pd non avrà vinto – spiega un deputato Pd di prima fascia -. Se anche vinciamo, ad esempio, a Genova si dirà che abbiamo tenuto”. Anche per questo Matteo Renzi è stato lontano dalla campagna elettorale: a poche settimane dalla rielezione, con il partito in fibrillazione su possibili alleanze e coalizioni a sinistra, presumibilmente, è stato ritenuto meglio evitare di caricare il voto amministrativo di significati politici nazionali. Significati politici che comunque ci saranno, anche per la valenza simbolica di alcune partite che si giocheranno domani. In primo luogo c’è proprio Genova, grande roccaforte rossa dove però il centrosinistra parte indietro. E con un candidato sindaco, Gianni Crivello, che non può essere certo definito vicino a Renzi. Crivello parte dal 33,4% del primo turno contro Marco Bucci (38,8%), appoggiato dal centrodestra, manager tornato dall’America per rispondere alla chiamata di Edoardo Rixi, uomo forte della Lega Nord. Dopo i problemi e i litigi degli ultimi anni, per il centrosinistra il rischio di perdere Genova è concreto. E anche a La Spezia il centrodestra potrebbe vincere.

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Un altro simbolo a rischio è Sesto San Giovanni, la “Stalingrado d’Italia”, dove la sindaca uscente del Pd Monica Chittò parte dal 30,9% contro il 26% del candidato del centrodestra Roberto Di Stefano, che si è però apparentato con il civico Giampaolo Caponi, forte di un 24% al primo turno. Partita che nel Pd danno come “aperta” e che “potrebbe avere un effetto simbolico” è quella di Parma, dove il sindaco uscente Federico Pizzarotti, ex M5s adesso candidato con una lista civica, ha raggiunto il 34,78% di preferenze al primo turno, appena due punti sopra il Dem Paolo Scarpa (32,72%). Il centrosinistra è in testa ad Alessandria, Lucca, L’Aquila e Pistoia (qui nonostante una pesante emorragia di consensi per il sindaco uscente Samuele Bertinelli) mentre a Carrara se la deve vedere con il candidato del M5s Francesco De Pasquale, che parte in vantaggio, anche a causa di una sinistra divisa. A Verona invece il Pd sostiene (non senza mal di pancia) la candidata Patrizia Bisinella, compagna dell’ex sindaco leghista Flavio Tosi, al ballottaggio con Federico Sboarina di centrodestra. Al Sud, a Catanzaro, il candidato Pd Vincenzo Ciconte (31%) insegue Sergio Abramo del centrodestra (39,7%), senza poter contare sull’appoggio del candidato dei movimenti (sostenuto da Mdp) Nicola Fiorita. A Taranto il centrodestra è in vantaggio con Stefania Baldassari (22,2%), ma il Dem Rinaldo Melucci (17,9%) avrà il sostegno di Franco Sebastio di Sinistra italiana. Domani sera al Nazareno si traccerà il bilancio della tornata. Se un risultato positivo, o quantomeno non negativo, consentirà a Renzi di tirare il fiato, una sconfitta potrebbe dare forza alla minoranza interna e a quelle componenti della sinistra (a partire da Mdp, che infatti invita a votare anche per “favorire anche un’evoluzione positiva a livello nazionale”) che puntano a indebolire il segretario in vista delle prossime politiche. Anche per questo ha suscitato qualche “irritazione” l’annuncio di Andrea Orlando di partecipare alla manifestazione organizzata il primo luglio a Roma da Giuliano Pisapia. Ma i conti sono rinviati a lunedì.

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