Pd chiama in Aula Conte, chiarisca come divenne prof.

Pd chiama in Aula Conte, chiarisca come divenne prof.
Matteo Renzi
7 ottobre 2018

E’ viziato da un conflitto d’interessi il concorso con cui il premier Giuseppe Conte divenne professore ordinario? E’ quanto chiede il Pd, con un’interrogazione urgente annunciata in Senato. A dare fuoco alle polveri e’ l’ex premier Matteo Renzi, che rilancia quanto emerge in un’inchiesta di Repubblica: della commissione davanti a cui nel 2002 Conte sostenne l’esame per diventare docente ordinario, fece parte il professore Guido Alpa con cui – scrive il quotidiano di largo Fochetti – sessanta giorni prima Conte si era costituito in giudizio come avvocato dell’allora garante della privacy.

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Una vicenda che, afferma il segretario Pd Mauruzio Martina, “deve essere subito chiarita”. Il premier per ora sceglie di non replicare, mentre il professore Alpa precisa di non avere mai avuto uno studio associato con Conte ma semplicemente due studi nello stesso palazzo. Renzi pero’ chiede conto al presidente del Consiglio, alla luce della legge che vieta la presenza in commissione di chi abbia avuto “rapporti stabili di collaborazione” con l’esaminato: “L’avvocato del popolo (e delle concessionarie autostradali) non puo’ permettere che ci siano dubbi sul suo concorso. Perche’ su questa cosa, potenzialmente enorme, stanno tutti zitti? Fosse stato iscritto al Pd, avremmo gia’ avuto sei richieste di dimissioni. Oggi silenzio a Cinque stelle. E si chiamavano onesta’…”, incalza il senatore.

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L’attacco Dem si tradurra’ in Aula, annuncia il capogruppo Pd Andrea Marcucci, in una interrogazione urgente sulla carriera universitaria di Conte. Ma intanto sui social deputati e senatori renziani fanno partire una gragnola di post accompagnati dall’hashtag #concorsopoli. “In altri Paesi ci si dimette per molto meno”, attacca Salvatore Margiotta. E Simona Malpezzi: “Come ha detto Conte il giorno del suo insediamento, sara’ un piacere per lui confrontarsi con il Parlamento”. La mette sul personale il deputato Pd Luigi Marattin: “Penso non solo ai concorsi senza padrini che ho dovuto fare io, ma a quelli di chi e’ poi rimasto fuori dalla carriera accademica. Ma all’avvocato del popolo che gliene fotte: s’e’ sistemato lui”.

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