Pd chiude la porta a Di Maio, regge linea Renzi. Martina avverte: “Non isoliamoci”

Pd chiude la porta a Di Maio, regge linea Renzi. Martina avverte: “Non isoliamoci”
Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina
3 aprile 2018

Luigi Di Maio apre, il Partito Democratico sbatte la porta: lo schema si ripete, con la linea dell’opposizione dura e pura voluta e difesa da Matteo Renzi che resiste alle pressioni di chi chiede di non chiudere la porta al dialogo. Il capo politico del M5s ha in mente un ‘contratto’ di programma sulla falsariga di quello che ha consentito l’avvio del quarto governo Merkel in Germania. Lo dice all’assemblea degli eletti spiegando che si tratterebbe di un contratto vincolante, “si fa quel che c’e’ nel contratto, quello che non c’e’ non si fa”. Una proposta recapitata anche alla Lega. Non a Forza Italia, alla quale guarda invece Salvini quando risponde che per lui a stare fuori e’ proprio il Partito democratico, mentre si deve ripartire dal centrodestra. Il niet del Pd a Di Maio arriva dal braccio destro di Matteo Renzi al Senato, il capogruppo Andrea Marcucci: “Sono troppe le differenze programmatiche che ci impediscono di fare accordi con il Movimento 5 Stelle. Per questo il Pd rimarra’ all’opposizione”, dice dopo aver affidato a un Tweet la risposta del partito al M5s: “Il Pd, coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dira’ al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle e’ ovviamente irricevibile”. Uno stop, quello arrivato da Marcucci, condiviso per il momento anche dall’ala dialogante che continua a dirsi disposti ad ascoltare, senza preclusioni, cio’ che dira’ il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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“Andremo al Colle ad ascoltare prima ancora che a parlare”, spiega un alto esponente del Nazareno a confermare che il ‘boccino’ e’ sempre piu’ nelle mani del Capo dello Stato quanto piu’ ci si avvita nel gioco dei veti e contro veti. “Il tema e’ almeno essere aperti a capire cosa succede. Capiamo cosa trapela dagli incontri, capiamo i contorni, poi si vedra’”, dice un’altra fonte parlamentare dem facendosi interprete della linea indicata dal segretario reggente Maurizio Martina: “Non auspico un governo formato dal Movimento 5 stelle e dalla Lega”, premette il segretario riferendosi ad alcune dichiarazioni di esponenti renziani, tra cui lo stesso Marcucci, che nei giorni scorsi hanno dichiarato di attendere con ansia di vedere giurare un governo Lega-M5s. Una prospettiva che “preoccupa per i contenuti e per il merito delle scelte”, aggiunge Martina che invita i suoi a svolgere la funzione di opposizione ma senza isolarsi: “L’esito elettorale ci consegna una funzione che dobbiamo esercitare bene. Non penso che dobbiamo isolarci o metterci nel freezer, dobbiamo lavorare per ricostruire il nostro rapporto con il Paese e certamente dare battaglia in Parlamento. Se ci sara’ la possibilita’ di costruire su alcuni punti fondamentali di proposta nostra intese o avanzamenti certo non dobbiamo sottrarci”. Cio’ che suona una risposta a quanti hanno evidenziato la marginalita’ politica a cui sembra deciso a volersi condannare il Partito Democratico andando ripetendo il mantra renziano ‘Tocca a loro’.

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