Pd-Mdp a ferri corti, ex dem minacciano governo su bilancio

Pd-Mdp a ferri corti, ex dem minacciano governo su bilancio
Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina
8 settembre 2017

Pd e Mdp ai ferri corti sulla Sicilia. “Il Pd ha messo fine al centrosinistra, ha imboccato una deriva neo centrista e personalistica”, incalza D’Alema. “Assomiglia sempre piu’ a Rifondazione, e’ un grave errore continuare a dividere”, attaccano Martina (foto) e Marcucci. Materia dello scontro l’accordo tra il partito del Nazareno e Alfano. Ma anche in Ap c’e’ fibrillazione: l’incontro tra i parlamentari lombardi di Alternativa popolare e’ stato rinviato a lunedi’: la settimana prossima – sottolinea un senatore che non ha digerito la virata del ministro degli Esteri su Micari – esprimeremo in un documento il nostro dissenso, la meta’ dei parlamentari della regione si sfilera’ e si sfileranno anche i consiglieri e gli assessori regionali centristi. All’inizio della settimana prossima sara’ reso noto un altro documento, messo a punto dalla fondazione ‘Nens’ presieduta da Visco e che conterra’ una sorta di ‘contromanovra’. Questa volta la minaccia e’ rivolta all’esecutivo: “Nessuno – dice D’Attorre di Mdp – si aspetti un voto a scatola chiusa sulla legge di bilancio. Noi siamo in una situazione, in questi mesi, di quasi appoggio esterno al governo. Non siamo stati coinvolti in nessuna scelta”. Le tensioni non mancheranno quindi anche se Gentiloni sta lavorando per sminare il terreno. Le richieste dei bersaniani si snodano su diversi fronti: innanzitutto l’invito al premier sara’ quello di mettere sul tavolo subito risorse per 8 miliardi per mettere in sicurezza il territorio a partire dalla manutenzione delle strade e delle scuole.

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No a bonus e ad interventi sul cuneo fiscale: meglio – questa la traccia che chiamera’ in causa anche la riforma del codice degli appalti per far ripartire l’edilizia e rendere reperibili i fondi entro pochi mesi – creare occupazione sfruttando le pieghe della flessibilita’ Ue e il previsto aumento del Pil. Ma nel ‘dossier’ messo a punto figurano anche la necessita’ di rivedere le norme sul jobs act, a partire da correttivi a tutela dei lavoratori contro i licenziamenti disciplinari e collettivi, misure sul lavoro, sul diritto allo studio, sulla sanita’, sulle pensioni, sull’ambiente, sul reddito d’inclusione. “Noi chiediamo un confronto aperto altrimenti – sottolineano da Mdp – voteremo contro”. Il voto sulla nota di aggiornamento al Def previsto per fine mese non dovrebbe essere a rischio: il Pd calcola almeno 165 voti rispetto all’asticella necessaria del 161, ma la convinzione dei dem “e’ che Mdp fara’ di tutto per mettersi di traverso sulla finanziaria”. Il partito del Nazareno non ha intenzione di mettere in difficolta’ il presidente del Consiglio. “I problemi non arriveranno dal Pd”, assicura un ‘big’ dem. “Dobbiamo rovesciare la piramide, l’Italia e’ fanalino di coda nella Ue sulla crescita”, ripete invece piu’ volte Speranza. I temi economici saranno al centro della festa di Mdp che parte il 27 settembre a Napoli: interverranno – viene spiegato – i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, con quest’ultimo indicato come un possibile referente per il futuro. Ma sono partiti anche altri inviti indirizzati ad esponenti fuori dal Movimento (De Magistris e De Luca), al mondo renziano (Delrio e De Vincenti) e perfino al Movimento 5 stelle (alla kermesse sara’ presente Freccero e probabilmente Fico).

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Ovviamente ci sara’ anche Pisapia che con i suoi sta mettendo a punto un documento da condividere martedi’ con D’Alema, Bersani, Speranza e Rossi. L’auspicio e’ quello di ritrovare, soprattutto alla luce delle divergenze sulla Sicilia, un clima di armonia e di collegialita’ ma sul tavolo finira’ anche il rapporto con il governo. Perche’ la richiesta di discontinuita’ nei confronti dell’esecutivo e’ comune ma i fedelissimi dell’ex sindaco di Milano non apprezzano i toni usati da D’Alema e da D’Attorre e non intendono mettere a rischio la stabilita’ dell’esecutivo. E inoltre non ritengono che il Pd sia da annoverare tra le forze nemiche. Nel frattempo Renzi domani e sabato sara’ in Sicilia per dare il via libera ufficiale alla campagna elettorale. Il voto del 5 novembre viene considerato “locale” ma comunque un passaggio decisivo in vista delle Politiche. E proprio in vista delle Politiche il segretario dem ha aperto il ‘dossier’ delle liste. E’ scattato l’allarme in molti parlamentari dem per l’orientamento del segretario di schierare ‘big’ e ministri al Senato a caccia di voti. L’ex premier che potrebbe candidarsi in Toscana, Lombardia e Campania per sedere sugli scranni di palazzo Madama, vuole che tutti i leader vadano a caccia di preferenze e ha intenzione di schierare nei posti blindati molti esponenti della societa’ civile, conosciuti come il virologo Roberto Burioni e l’icona della lotta alla violenza contro le donne, Lucia Annibali, ma anche molti professionisti provenienti dal mondo del lavoro non finiti mai sotto la luce dei riflettori. A palazzo Madama potrebbero correre anche quei parlamentari di lungo corso che avranno la necessita’ di una deroga per poter essere ricandidati.

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