Pd sempre diviso: Martina medita candidatura, Renzi per soluzione unitaria

Pd sempre diviso: Martina medita candidatura, Renzi per soluzione unitaria
2 ottobre 2018

La manifestazione di Piazza del Popolo sembra aver avuto l’effetto di un tonico sul Partito Democratico. La parola d’ordine imposta dai settantamila al gruppo dirigente viene messa al centro di ogni ragionamento sul congresso che si aprira’ a fine ottobre, dopo il Forum nazionale di Milano. Ma le declinazioni che si offrono dalle diverse anime del partito danno l’idea delle distanze e delle difficolta’ che ancora si devono affrontare prima di raggiungere una pace interna duratura. Matteo Renzi, ad esempio, sarebbe ormai convinto del fatto che al congresso si debba arrivare con una proposta unitaria, stando almeno a quanto riferisce il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio: “Matteo Renzi non vuole essere in campo in questo momento, la sua e’ una scelta definitiva, non e’ in campo ma vuole aiutare una soluzione che sia unitaria. Questo lo so per certo perche’ siamo amici”, spiega l’ex ministro.

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Dunque, un candidato forte sul quale convergere assieme. Ma questa non sembra essere l’idea del segretario Maurizio Martina per il quale un congresso con tanti candidati rappresenta ancora una risorsa per il partito. “E’ giusto che ci siano tante candidature, non possiamo assomigliare a forze in cui comanda qualcuno, magari raccomandato da qualche Srl”. E perche’ di candidati non si senta la mancanza, lo stesso Martina non esclude a priori di essere della partita: “Ragionero’, ci pensero’. Vado avanti per questo percorso e le scadenze congressuali rimarranno quelle fissate insieme”, risponde a chi gli chiede se si candidera’ segretario anche lui. Di certo, dopo il Forum lascera’ la segreteria, cosi’ come previsto dallo Statuto. Da quel momento alle primarie, fissate per il 27 di gennaio, tutte le possibilita’ sono aperte.

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I renziani sono ancora alla ricerca di un candidato “o una candidata”, come ama sottolineare sempre Matteo Renzi. Le possibilita’ di mettere in campo Graziano Delrio sembrano ormai sfumate. “Il mio – dice l’interessato – non e’ un gran rifiuto, sono pienamente in campo, non mi ritengo la persona giusta per fare il segretario. Ero molto amico di Bersani, ma non ritenevo che Bersani dovesse fare il segretario”. L’area che gli e’ vicina guarda con sempre maggiore insistenza all’ex premier che, nella sua Enews, ha fatto sapere di aver ormai terminato il documentario su Firenze e di essere pronto a ricominciare, si’, ma nel suo impegno da docente: “Oggi riprendo l’attivita’ di professore a contratto presso la sede fiorentina dell’Universita’ di Stanford. Mi intriga molto l’idea di parlare di Europa con giovani competenti e preparati che vengono da tutto il mondo”. Piu’ che un allontanamento dal partito, tuttavia, quello di Renzi sembra essere un diversivo in attesa dell’appuntamento della stazione Leopolda che l’ex segretario promette di trasformare nell’inizio di una “Resistenza civile” contro il governo.

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