L’affaire primarie per la scelta del candidato governatore della Sicilia continua a dividere il partito. Primarie che dovranno essere di coalizione e celebrarsi a luglio, aveva chiesto ieri il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, leader del renziani nell’Isola. Cosi’ c’e’ chi chiede di tirare dritto per questa strada, convocando subito la direzione regionale per avviare la macchina, e chi dal vertice del partito siciliano provvisoriamente frena per provare a ricucire i rapporti, soprattutto con il presidente uscente Rosario Crocetta contrario alla consultazione, e per porre la questione sul tavolo di Matteo Renzi. Il caso potrebbe finire dunque tra i primi punti dell’agenda di inizio incarico dell’ex premier, considerata la portata nazionale del voto siciliano del 5 novembre. “Il candidato del Partito democratico alla presidenza della Regione deve essere scelto coinvolgendo i nostri elettori. Convocare le primarie mi sembra la strada piu’ corretta e piu’ giusta, per il Pd e per chi continua a credere in un partito aperto e democratico”, afferma il parlamentare nazionale del Partito democratico, Giuseppe Berretta. “Sono convinto che dare la parola ai nostri elettori in Sicilia sia l’unico modo, in questo momento, per contrastare il populismo che fa breccia anche tra i nostri elettori. Si convochi al piu’ presto la direzione regionale – conclude Berretta – per avviare subito una discussione, visti i tempi ristretti, per indire le primarie”. Ma sul punto dalla segreteria regionale arriva una frenata: la direzione dovrebbe essere convocata solo dopo un ulteriore chiarimento con alleati e governatore e soprattutto coinvolgendo il segretario rieletto Renzi – ritenuto l’unico che potrebbe dipanare la matassa – quindi dopo il suo insediamento.
