Pedofilia, mea culpa della Chiesa: abbiamo agito in modo sbagliato

Pedofilia, mea culpa della Chiesa: abbiamo agito in modo sbagliato
Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino
28 settembre 2017

La Chiesa italiana non si nasconde il ritardo che ha accumulato sui temi degli abusi sessuali, del quale ha parlato il Papa recentemente. “E’ vero – ha ammesso il vescovo Nunzio Galantino – c’e’ un ritardo, cosi’ come ci sono tempi ancora troppo lunghi tra le denunce, il loro esame e i provvedimenti che vengono presi. Siamo una chiesa in ritardo, che in passato ha adottato certi tipi sbagliati di reazione spostando da una parte all’altra i sacerdoti denunciati. Ma adesso la Chiesa ci sta mettendo la faccia”. Incontrando i giornalisti a conclusione del Consiglio Episcopale Permanente, Galantino ha assicurato: “su questo tema ci si sta lavorando molto: ci sono realta’ nella Chiesa Italiana che lavorano sugli abusi degli ecclesiastici a ritmo pieno. Mi piacerebbe che su questo tema si interrogassero anche altri: non e’ che il 90 per cento. Degli abusi sui minori li commettano i preti. Purtroppo c’e’ di tutto. Mi piacerebbe che non si sfruttasse il tema per colpire altro. La scuola e il mondo dello sport, cosi’ come il mondo del turismo debbono impegnarsi altrettanto”. “Ci ha chiesto il Papa che la Chiesa – ha spiegato Galantino – sia leale, riconosca questi ritardi. E noi abbiamo assunto un impegno concreto. Non e’ che prima non si facesse nulla, abbiamo lavorato anche se ci siamo trovati in gravi difficolta’ anche con comunicazioni sbagliate che abbiamo dato, dunque quelle parole di Francesco vanno benissimo per stimolare a non mollare”.

Leggi anche:
Giulio Regeni: torture e brutalità emergono dall'autopsia

“Rispetto a un tema grave per la vita della Chiesa com’e’ quello relativo ad abusi sessuali nei confronti di minori e di adulti vulnerabili, il Consiglio Permanente – afferma anche il comunicato finae dei lavori – si e’ trovato compatto nel ribadire l’esigenza di trovare risposte sempre piu’ puntuali e adeguate”. “Al riguardo, con l’adozione delle Linee guida (2012) la Chiesa italiana – continua la nota – ha messo in fila precise indicazioni circa i profili canonistici e penalistici. In questi anni, inoltre, in alcune Diocesi si sono avviati servizi di tutela dei minori, che vedono il coinvolgimento di esperti, attivita’ di studio e informazione, accoglienza di eventuali segnalazioni. I Vescovi, nel presentare tali iniziative, hanno dato voce alla necessita’ di favorire in maniera decisa un cambio di mentalita’ e di atteggiamenti, anche sulla scorta dei continui richiami del Santo Padre. Si tratta di un percorso che intendono portare avanti congiuntamente con i referenti del mondo dei religiosi”. In particolare, “l’ulteriore passo che i membri del Consiglio Permanente avvertono come prioritario concerne la sfera della prevenzione e della formazione. Per questo hanno salutato con favore la recente costituzione, presso la Segreteria Generale, di un gruppo di lavoro, dal profilo multidisciplinare, attento ad approfondire tanto gli ambiti educativi e organizzativi, quanto quelli di carattere piu’ giuridico e comunicativo. La finalita’ e’ quella di accompagnare in maniera sistematica le Diocesi, con orientamenti e protocolli destinati a sacerdoti, genitori, educatori e operatori pastorali, come pure con la sensibilizzazione e formazione dei ragazzi”.

Leggi anche:
Giulio Regeni: torture e brutalità emergono dall'autopsia

Intanto, lo stesso Galantino, ha annunciato che monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna Cervia e’ stato designato quale referente della Cei per la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. I vescovi italiani, ha spiegato, “hanno evidenziato come da un simile impegno possa venirne beneficiata tanto la Chiesa, in termini di fiducia e credibilita’, quanto il piu’ ampio contesto sociale”. Galantino ha anche ricordato che davanti alle denunce che ricevono, ai vescovi “attualmente viene chiesto di avviare una verifica accusa, di sospendere subito il sacerdote se emerge una ragione, di incontrare le vittime e di collaborare senza reticenze con chi ha titolo di intervenire”. “I dati su quante siano attualmente le denunce – ha pero’ ammesso il presule – non li saprei dare. Mi pare che il problema sia importante al di la’ dei numeri che poi bisognerebbe vedere se riguardano le accuse, le verifiche effettuate o le sentenze”. In proposito Galantin ha ricordato che almeno due preti si sono suicidati e poi si e’ scoperto che il fatto non esisteva”.

Leggi anche:
Giulio Regeni: torture e brutalità emergono dall'autopsia

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti