Possibili 250 mila occupati 2020 rinnovabile

8 maggio 2014

“I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi”. Cosi’ Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, commenta i dati di ‘Comuni rinnovabili 2014′. “Ora, pero’- aggiunge- non dobbiamo fermarci, perche’ la crisi economica e i problemi energetici italiani – costi crescenti in bolletta, dipendenza dall’estero e quindi insicurezza, emissioni inquinanti e di gas serra – possono trovare risposta proprio attraverso un modello di generazione distribuito, efficiente e da fonti rinnovabili”. Le potenzialita’ per continuare in questa direzione, “creando anche vantaggi per le bollette di famiglie e imprese, sono oggi rilevantissime”, rileva Legambiente, “ma serve una politica che accompagni le diverse tecnologie che producono energia pulita verso la prospettiva, sempre piu’ vicina, della grid parity rispetto all’energia prodotta dalle centrali termoelettriche”. Cio’ detto, per gli ambientalisti, “con scelte lungimiranti si puo’ arrivare nel 2020 a 250mila occupati nelle energie pulite (in Germania sono 400mila) e a 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualifica­zione in edilizia”. Alla luce di questi dati, “a Governo e Autorita’ per l’energia chiediamo di aprire la strada all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili- aggiunge Zanchini- oggi e’ infatti possibile ridurre significativamente la spesa energetica di famiglie e imprese, attraverso impianti da fonti rinnovabili e efficienti che utilizzano in modo innovativo le reti elettriche e di teleriscaldamento”.

“Nei Comuni rinnovabili che raccontiamo nel Rapporto, da Primiero a Prato allo Stelvio, sono cooperative e aziende locali a gestire le reti energetiche e gli impianti, vendendo l’energia agli utenti, con risultati significativi nelle bollette. E’ questa direzione di cambiamento che occorre rendere possibile in tutta Italia”, dice Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, e il nostro Paese “ha tutto l’interesse a percorrere questa direzione, che permette a famiglie e imprese di risparmiare autoproducendo l’energia termica e elettrica di cui hanno bisogno e gestendola in maniera piu’ efficiente”. I risultati prodotti da solare, eolico, biomasse, idroelettrico in Italia “vanno compresi in tutta la loro portata- segnala Legambiente- in questi anni si e’ ridotta la produzione da impianti termoelettrici, ossia quella degli impianti piu’ inquinanti, e con questa sia le importazioni dall’estero per le fonti fossili, che le emissioni di CO2, con indubbi vantaggi anche economici legati al protocollo di Kyoto”. Nel 2013 “si e’ ridotto ancora il prezzo unitario nazionale dell’energia alla borsa elettrica, e non solo per via della contrazione della domanda dovuta alla crisi, ma anche per la concorrenza legata all’irruzione sul mercato di 49 TeraWattora da rinnovabili dal 2000 ad oggi”.

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