Posto d’onore per l’Italia al vertice Ue a Malta. Immigrati e Brexit, i grandi temi. Assente May

Posto d’onore per l’Italia al vertice Ue a Malta. Immigrati e Brexit, i grandi temi. Assente May
3 febbraio 2017

L’Italia, rappresentata dal primo ministro Paolo Gentiloni, ha un posto d’onore, per così dire, in due dei tre temi in discussione al vertice informale dei capi dei Stato e di governo dell’Ue che si svolge oggi alla Valletta (Malta). Innanzitutto, parlando della ormai cronica crisi migratoria, per la prima volta i leader dei Ventotto si focalizzeranno esclusivamente sulla cosiddetta rotta del Mediterraneo centrale, quella che vede il 90% del flusso di profughi e migranti passare dalla Libia all’Italia. Era, da molti mesi, una precisa richiesta di Roma all’Ue, ripetuta dal predecessore di Gentiloni, Matteo Renzi: dedicare a questa rotta migratoria la stessa attenzione e risorse almeno comparabili a quelle che sono state destinate alla “rotta balcanica”, che è stata sostanzialmente chiusa grazie al controverso, ma efficace, accordo con la Turchia del marzo 2016.

RICOLLOCAMENTI Lo spostamento dell’attenzione verso il Mediterraneo centrale, la Libia e l’Italia – dopo che era stata monopolizzata dagli eventi nei Balcani, in Grecia e Turchia – è stato sicuramente un risultato importante del lavoro della diplomazia italiana, ma è anche dovuto all’allarme sulla “invasione” dei migranti che i movimenti populisti stanno alimentando nelle opinioni pubbliche. C’è poi una accresciuta consapevolezza delle dimensioni del fenomeno, grazie ai dati diffusi regolarmente dall’Agenzia Frontex sui flussi in quest’area geografica, ben oltre i 100.000 passaggi all’anno, e anche, purtroppo alle stime crescenti sui naufragi e le morti per annegamento. C’è, poi, un altro fattore che favorisce oggi la discussione fra i Ventotto su questo tema: il fatto che sia un soggetto molto meno divisivo e controverso degli altri nodi della politica Ue sull’immigrazione e l’asilo, come i tentativi di riforma del sistema di Dublino (che lascia ai soli paesi di primo approdo dei migranti la responsabilità di accordare l’asilo) e la mancata attuazione dei “ricollocamenti” (“relocation”), ovvero la solidarietà che i paesi dell’Est Europa continuano a negare a Italia e Grecia per la redistribuzione dei rifugiati.

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CAPACITY BUILDING A Malta, invece, i Ventotto dovrebbero ratificare unanimemente le proposte della Commissione europea di rafforzare il sostegno alla guardia costiera libica, finanziando programmi di formazione e “capacity building” (rafforzamento dell’operatività) che la mettano in grado di compiere al meglio il suo lavoro di sorveglianza e bloccare e riportare a terra i barconi dei trafficanti carichi di migranti illegali. Previsti anche programmi di gestione delle frontiere, aiuti alle municipalità costiere, e nuovi accordi di riammissione con i paesi di provenienza dei migranti economici. “Proporremo misure operative per rafforzare il nostro lavoro e gestire meglio le rotte migratorie. L’Europa ha dimostrato di essere in grado di chiudere le rotte dell’immigrazione illegale, come ha fatto nel Mediterraneo Orientale. Abbiamo discusso di questo esempio: ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all’Italia”, che “non è sostenibile”, ha affermato ieri il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, al termine di un incontro a Bruxelles con il primo ministro libico, Fayez al-Sarraj. “Ne ho parlato a lungo con il premier italiano Gentiloni”, ha riferito ancora Tusk, osservando che si tratta di un obiettivo “alla nostra portata”. Ma, ha concluso, “quello di cui abbiamo bisogno è la piena determinazione a farlo”. Certo, la Libia non è la Turchia, e c’è la consapevolezza di quanto sarà difficile l’impresa, basata sul partenariato con un governo che non controlla pienamente il territorio.

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BREXIT Il secondo tema in cui l’Italia ha un ruolo da protagonista è quello della preparazione della commemorazione, prevista per il 25 marzo, dei 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma. La discussione, che sarà affrontata nel pomeriggio, a 27, senza il primo ministro britannico Theresa May (non invitata per ovvie ragioni) segnerà l’inizio della riflessione collettiva sul futuro dell’Unione europea. Ma sarà all’Italia che spetteranno gli onori e gli oneri di organizzare questa riflessione e gli eventi di Roma, cercando di imprimere una direzione più europeista al dibattito, e di recuperare lo spirito dei “padri fondatori”. Fra l’altro, a Roma dovrebbe essere presentato un “Libro bianco” della Commissione europea di cui si sa ancora poco, ma che dovrebbe essere finalizzato proprio al rilancio dell’integrazione europea. Il terzo punto del vertice, che sarà affrontato a 28 durante il pranzo di lavoro, prima della discussione sulla commemorazione dei Trattati di Roma, è quello del contesto internazionale, quanto mai difficile e imprevedibile, in cui si trova ad agire l’Ue, soprattutto dopo l’inizio della presidenza di Donald Trump negli Usa: ad esempio, le conseguenze sul multilateralismo, sul commercio, sulla Nato e la difesa, sui rapporti con la Russia, le spinte divisive contro l’Ue che vengono dall’esterno. Come se non bastassero quelle interne.

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