Precipita da 10 metri, morto Fernando Aiuti. Non si esclude suicidio

Precipita da 10 metri, morto Fernando Aiuti. Non si esclude suicidio
Fernando Aiuti
10 gennaio 2019

E’ precipitato nella tromba delle scale dal quarto piano del reparto di medicina generale, dove era ricoverato da tempo in una stanza singola per una cardiopatia ischemica e che lo aveva gia’ costretto ad altri ricoveri e trattamenti anche invasivi. Un volo di una decina di metri risultato fatale per l’84enne immunologo Fernando Aiuti, trovato senza vita intorno alle 11 di ieri al Policlinico Gemelli.

La procura di Roma, in attesa di una relazione da parte della Polizia Scientifica, aprira’ nelle prossime ore un’inchiesta per omicidio colposo o per istigazione al suicidio. Il pm Laura Condemi, che ha effettuato un sopralluogo coordinando i primi accertamenti urgenti e raccogliendo le testimonianze dei responsabili del reparto, ha disposto l’autopsia. Oggi sara’ il professor Costantino Ciallella dell’Universita’ La Sapienza a verificare, oltre alla causa del decesso, se Aiuti avesse assunto un farmaco prima di cadere giu’ o se sia stato colpito da un infarto. Gli investigatori non hanno individuato tracce ematiche ne’ sulla balaustra ne’ sulle rampe delle scale ma sul pianerottolo, da dove e’ precipitato l’immunologo, hanno trovato le sue pantofole.

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IPOTESI SUICIDIO

Le pantofole lasciate sul pianerottolo, al piano dove era ricoverato. E’ questo uno degli elementi che porta gli inquirenti a ritenere che il grande immunologo Fernando Aiuti oggi si sia tolto la vita volontariamente. Secondo quanto si è appreso l’assenza di tracce ematiche o d’altro genere rilevabili sulle ringhiere, sulla balaustra o sulle rampe, sono altri dati di fatto che vanno in tal senso. Allo stato chi indaga ritiene che Aiuti sia precipitato nella tromba delle scale, da una altezza di oltre 10 metri. Aiuti aveva un letto singolo e nessuna limitazione alla deambulazione. Sul decesso, la Procura ha aperto un’inchiesta nella quale non si esclude l’ipotesi del suicidio. Tuttavia, solo il responso dell’esame autoptico indicherà con chiarezza una strada. Aiuti, tra l’altro, potrebbe anche esser stato colpito da infarto durante una passeggiata.

CHI ERA

Immunologo di fama mondiale, ha dedicato gran parte della sua attivita’ alla lotta all’Aids: attraverso la ricerca ma anche gesti provocatori. Fece il giro del mondo la foto-simbolo scattata nel 1991 durante un congresso a Cagliari, che ritrae Aiuti mentre bacia sulla bocca la giovane sieropositiva Rosaria Iardino, che aveva in cura. Lo fece per dimostrare che l’Hiv non si poteva contrarre con un bacio e che non c’era nulla da temere nello scambiare effusioni con una persona sieropositiva: “Portero’ con me per sempre il suo coraggio”, commenta oggi Iardino. Sempre in prima linea, e’ stato tra l’altro fondatore nel 1985 e primo presidente dell’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids). Con oltre 600 pubblicazioni scientifiche a sua firma, nel 1992 ebbe il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica e nel 2010 fu nominato dal ministro dell’Istruzione – su proposta del Senato Accademico dell’Universita’ Sapienza di Roma – professore emerito a vita.

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