Prescrizione al bivio, ‘appesa’ a Giunta Camera e voti Lega

Prescrizione al bivio, ‘appesa’ a Giunta Camera e voti Lega
Alfonso Bonafede (sx), Giuseppe Conte e Luigi Di Maio
7 novembre 2018

Il destino dello stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio e’ a un bivio, appeso alle decisioni che assumera’ la Giunta per il regolamento della Camera, convocata su richiesta delle opposizioni. Ma e’ soprattutto legato a doppio filo ai voti della Lega. Infatti, in attesa di scelte politiche ‘superiori’ che potranno arrivare solo da un accordo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, l’emendamento pentastellato sulla prescrizione potra’ essere inserito nel ddl anticorruzione, all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, solo se anche la Lega votera’ a favore dell’ampliamento normativo. Altrimenti, l’emendamento, cosi’ com’e’, non potra’ essere ammesso.

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Stando a quanto riferiscono fonti parlamentari della Lega, se si dovesse arrivare al dunque e votare sul si’ o no all’ampliamento della materia, i loro voti non dovrebbero venir meno. Ma il via libera leghista, viene subito specificato, sarebbe solo un si’ tecnico e un primo tassello: l’importane e’ che si raggiunga un accordo complessivo su alcuni punti del ddl, e precisamente sulle norme relative alla vita interna dei partiti, che i lumbard mirano a modificare nella sostanza. Cio’ non vuol dire, viene scandito, che si sia raggiunto un accordo politico sulla riforma della prescrizione. Al momento non c’e’ alcun cambio di posizione. Ci sarebbe in linea di massima solo un’apertura ad acconsentire che l’emendamento sulla prescrizione sia reso ammissibile attraverso l’ampliamento della materia. “Per noi alcune modifiche al ddl anticorruzione sono irrinunciabili”, spiegano esponenti della Lega.

“E’ evidente che noi abbiamo dei dubbi” sull’inserimento della prescrizione nel ddl anticorruzione, afferma il leghista Luca Paolini, lasciando la riunione delle commissioni. Del resto lo aveva gia’ anticipato in mattinata Salvini, tornando a garantire lealta’ sul rispetto del contratto di governo, ma ribadendo tutti i suoi dubbi: “la prescrizione va cambiata ma non voglio processi eterni”. Ma prima del voto in ufficio di presidenza, ovvero prima che tutti i gruppi si dovranno esprimere, servira’ un altro passaggio tecnico-formale: la Giunta del regolamento – al momento non ancora convocata – dovra’ stabilire se si puo’ procedere con “l’ampliamento del perimetro dell’intervento normativo” del ddl anticorruzione, “al fine di includere il tema della prescrizione”, come chiesto dai due presidenti delle commissioni, i pentastellati Giulia Sarti e Giuseppe Brescia.

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A due ore dal via libera del Senato alla fiducia sul decreto Sicurezza – voto che si svolge senza nessun incidente – alla Camera si riunisce l’ufficio di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato. E a sorpresa, i due presidenti M5s, Sarti e Brescia, chiedono ai gruppi di esprimersi sulla proposta di ampliare la materia del ddl anticorruzione, inserendo anche la prescrizione. Unica via per dichiarare ammissibile l’ormai famoso emendamento dei due relatori grillini. Senza l’ampliamento della materia del ddl Bonafede, infatti, il testo sulla prescrizione e’ destinato ad inciampare nella tagliola delle inammissibilita’ per estraneita’ alla materia del provvedimento.

E’, in sostanza, un vicolo cieco, da cui i 5 stelle possono uscire solo con l’appoggio degli alleati di governo: le opposizioni compatte, infatti, sono tutte contrarie all’inserimento della prescrizione nel ddl anticorruzione e senza i voti della Lega i 5 stelle da soli sarebbero in minoranza. Per tutto il dibattito, anche aspro, durante l’ufficio di presidenza, i leghisti restano in rigoroso silenzio: nessun intervento, nessuno prende la parola. Anzi, per alcuni minuti i leghisti lasciano l’Aula del Mappamondo, dove e’ in corso la seduta, e si riuniscono nei corridoi laterali: la linea e’ “prendere tempo”.

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Intanto le opposizioni contestano duramente la possibilita’ di ampliare la materia del ddl, gli “unici precedenti riguardano l’abbinamento di due leggi, ma non c’e’ nessun precedente sull’ampliamento”, spiegano in coro sia il Pd che Forza Italia. E proprio dem e azzurri chiedono la riunione urgente della Giunta per il regolamento. A cui, adesso, spettera’ dirimere la questione tecnico-formale. Per le opposizioni non ci sono precedenti in tal senso. Per i 5 stelle al contrario si’: almeno 4, e’ la linea pentastellata, con tanto di documenti. Si tratta di 4 casi diversi, riferibili a diverse legislature, l’ultima la XVI, quando l’allora presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno consenti’ nel 2012 l’abbinamento di due diverse proposte di legge, una relative al divorzio e l’altra alla separazione.

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