Prime vittime del Global Compact, cade il governo belga

19 dicembre 2018

Il patto mondiale dell’Onu sulla migrazione, contestato dai nazionalisti fiamminghi, ha fatto cadere il governo belga: il premier liberale Charles Michel ha presentato le dimissioni al termine di un dibattito in Parlamento in cui aveva invitato l’opposizione a sostenerlo, essendo ormai alla guida di un governo di minoranza, per consentire all’esecutivo di arrivare alle elezioni fissate per il prossimo 26 maggio. Caduto l’appello a dare vita a una “coalizione di buona volontà” per consentire al governo di continuare a lavorare, Michel ha presentato le dimissioni al re Filippo.

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A cinque mesi dal voto, però, le dimissioni del premier non porteranno alla sua uscita di scena e ad elezioni anticipate: è “più probabile”, ha detto una fonte, che il re chieda al governo dimissionario di gestire gli affari correnti fino al giorno delle elezioni. Dopo aver ricevuto il premier, il re ha comunque annunciato di tenere “in sospeso” la sua decisione, in vista delle consultazioni con i leader di partito. La coalizione al governo dall’ottobre 2014, composta da liberali e democristiani insieme ai nazionalisti dell’Alleanza Neo-Fiamminga (N-VA), si è sfaldata sulla questione delle migrazioni.

I nazionalisti hanno infatti ritirato il proprio sostegno al premier alla viglia del suo viaggio, il 10 dicembre scorso, a Marrakech per l’adesione al Global Compact. Una presa di posizione denunciata come “voltafaccia” da Michel, dopo il via libera arrivato la scorsa estate. Nonostante il carattere non vincolante, il documento è stato respinto dai nazionalisti fiamminghi per una presunta perdita di sovranità da parte degli Stati firmatari sulla loro politica in materia migratoria.

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