Primo ok a reddito cittadinanza-flat tax, fino a 26 miliardi di euro

Primo ok a reddito cittadinanza-flat tax, fino a 26 miliardi di euro
Palazzo Chigi, sede del Governo
3 agosto 2018

Rush finale per il governo e la maggioranza prima della pausa estiva: si attende il via libera al dl Milleproroghe, poi il semaforo verde sul dl Dignita’ al Senato (la Lega vorrebbe chiudere martedi’ sera e non esclude la fiducia, M5s frena, e’ possibile che si vada a mercoledi’), a Montecitorio lunedi’ si vota sul dl Motovedette mentre sul tavolo del Cdm potrebbe arrivare un dl sulla Funzione pubblica e un provvedimento del Viminale sull’immigrazione. Ma i fari sono gia’ puntati sulla prossima legge di Bilancio.

Oggi prima ricognizione a palazzo Chigi (potrebbe esserci un nuovo incontro la prossima settimana) con il ministro Tria che in una nota sottolinea “la compatibilita’ tra gli obiettivi di bilancio gia’ illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza”. Si parte da una cifra di 22 miliardi ma la manovra potrebbe arrivare anche a 26 miliardi secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza. La Lega punta su un primo graduale passaggio della flat tax coinvolgendo circa un milione e duecento partite Iva.

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Inoltre, intende far si’ che i comuni possano spendere in investimenti: tenere fuori le spese per gli investimenti dal tetto del 3% del rapporto tra deficit e Pil e’ un obiettivo primario del partito di via Bellerio che inoltre vorrebbe gia’ da settembre inviare un messaggio sulla legge Fornero (ma il ministro Tria non cita l’argomento pensioni nel comunicato al termine del vertice) e rilancera’ la cosiddetta ‘pace fiscale’, dalla quale conta – spiegano fonti parlamentari – di poter ricavare perlomeno 2 miliardi. Il Movimento 5 stelle insiste sul reddito di cittadinanza. L’obiettivo comune comunque e’ evitare l’aumento dell’Iva e negoziare con Bruxelles i margini di azione.

“Oggi – ha spiegato in una nota il premier Giuseppe Conte al termine del vertice – abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre. Abbiamo operato una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all’Italia di avviare un piu’ robusto e stabile processo di crescita. Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro-economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata”. Una linea prudente per ora, anche se l’opposizione – in primis Forza Italia – sottolinea che l’intenzione dell’esecutivo, inserendo subito flat tax e reddito di cittadinanza, sia di sfidare le istituzioni europee. “La manovra – ha detto Salvini – non conterra’ subito tutte le misure previste, ma ci saranno i primi passi in direzione della flat tax e di una riforma radicale del sistema previdenziale”.

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Ma sulla manovra pesa anche lo spread che si e’ attestato intorno ai 260 punti, piu’ del doppio di fine marzo. “C’e’ sfiducia, ci sta. Il cambiamento genera dubbi, i trattati, le costituzioni, gli accordi internazionali sono scritti per essere rivisti”, ha sottolineato Salvini in un colloquio con il Foglio senza chiarire se il governo rispettera’ i parametri. “L’Italia – ha aggiunto il vicepremier – sta morendo di tasse. Nella prossima manovra parte la rivoluzione fiscale. A qualcuno all’estero non piacera’? Pazienza non ci faremo fermare da qualche rimbrotto”. Fonti parlamentari della maggioranza sottolineano che tra Di Maio e Salvini c’e’ perfetta convergenza anche se Lega e M5s continuano a mostrarsi cauti nei confronti del ministro Tria che, viene spiegato, avrebbe manifestato un atteggiamento considerato “troppo autonomo” nelle scorse settimane.

L’esecutivo intanto ha gia’ messo in conto che la speculazione ad agosto potrebbe portare a una fibrillazione dei mercati. Con un deficit tendenziale che supererebbe gia’ l’1% del Pil per il 2019. Altre partite sul tavolo dell’esecutivo sono le Olimpiadi (il governo pensa che la spesa possa attestarsi intorno ai 340 milioni) e le grandi opere. Discussione aperta soprattutto sulla Tav: la Lega punta a risparmiare circa un miliardo sul progetto, intende rinegoziare gli accordi con la Francia ma senza mettere uno stop ai lavori, al contrario del Movimento 5 stelle che non esclude di riporre definitivamente il progetto nel cassetto.

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