Primo round, Baccei all’angolo. L’Ars a fianco del governatore Crocetta

Primo round, Baccei all’angolo. L’Ars a fianco del governatore Crocetta
30 dicembre 2014

di Maurizio Balistreri

E’ sempre più palpabile la tensione tra il governatore della Sicilia e il suo (si fa per dire) assessore all’Economia. Tradotto in  politichese, aumentano le distanze tra Rosario Crocetta e il suo segretario di partito, Matteo Renzi. Non solo. Con l’arrivo a Palermo di Alessandro Baccei,  inviato dal premier per spulciare i conti della Regione, anche parte del Pd siciliano si vede ridotto margini di manovra. E le opposizioni? In questo scenario, all’insegna della sicilianità, addirittura potrebbero porgere la mano a Crocetta. Insomma, fare quadrato attorno al governatore. E in serata, da Sala d’Ercole, arrivano i primi segnali. Niente esercizio provvisorio, niente via libera sul mutuo, niente proroga dei precari degli enti locali. Tutto rinviato al nuovo anno, mancavano le cosiddette relazioni tecniche a supporto delle norme in questione. Il parlamento siciliano ha soltanto approvato il ddl che garantisce la copertura per il pagamento degli stipendi ai lavoratori precari del bacino degli ex Pip di Palermo. Sala d’Ercole riaprirà i battenti il 3 gennaio 2015. “Quanto meno, si e’ riusciti a mettere una pezza con la norma per i precari dei Comuni”, dichiara con toni distensivi, il capogruppo Ncd, Nino D’Asero.

Sul piede di guerra, invece, i sindacati. “Come sempre questo governo arriva fuori tempo massimo. Evidentemente non ha a cuore le sorti di 24 mila famiglie siciliane”, chiosano i segretari generali Michele Palazzotto (Fp Cgil), Gigi Caracausi (Cisl Fp) ed Enzo Tango (Uil Fpl) che si ritengono “fortemente indignati”. Incalzano. “Ci chiediamo con quale stato d’animo governo e deputati trascorreranno il prossimo veglione di capodanno, mentre migliaia di siciliani, proprio in quelle ore, si ritroveranno senza un lavoro. Lasciando tra l’altro in enormi difficolta’ Comuni, Province ed altri enti di grande importanza per l’Isola”. E così i sindacalisti minacciano “una manifestazione di protesta ogni 7 giorni”.

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