Processo Mannino, parla Brusca: Riina disse “uccidilo”, poi mi fermò

Processo Mannino, parla Brusca: Riina disse “uccidilo”, poi mi fermò
L'ex ministro, Calogero Mannino
29 maggio 2018

“Dopo la strage di Capaci, Riina mi fece sapere che mi dovevo attivare per uccidere Calogero Mannino. Iniziai, attraverso Gioe’ e La Barbera, a farlo pedinare per studiare i suoi movimenti e le sue abitudini a Palermo. Poi, ad un certo, ma prima di via D’Amelio, Riina, tramite Biondino, mi blocco’. Mi fu detto: fermati, ci pensiamo noi…”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca, deponendo oggi al processo d’appello all’ex ministro Calogero Mannino.

L’esponente Dc in abbreviato e’ stato assolto dall’accusa di violenza e minacce a corpo politico dello Stato, lo stesso capo di imputazione con cui la Corte di assise di Palermo lo scorso 20 aprile ha condannato ex alti ufficiali del Ros, tra cui Mario Mori, boss e Marcello Dell’Utri. Brusca ha spiegato, davanti alla Corte presieduta da Adriana Piras, che c’era progetti di omicidi, voluti da Riina e discussi in varie riunioni della commissione provinciale, a partire dalla sentenza definitiva della Cassazione e relativa a maxiprocesso. “Era una vendetta – ha detto Brusca – nei confronti di chi aveva tradito gli impegni, come Salvo Lima, Ignazio Salvo e Purpura o contro chi invece era considerato un nemico di cosa nostra come Falcone, Borsellino, Arnaldo La Barbera, Piero Grasso e il senatore Vizzini”.

Non c’e’ Mannino in nessuna di questi ‘elenchi’: “Io ho partecipato a varie commissioni e non avevo mai sentito di progetti di attentati nei confronti di Mannino. Sapevo che Riina tra gli anni ’80 e ’90 aveva cercato un contatto con Mannino tramite un tale notaio Ferrara… Comunque, dopo Capaci ero in stand-by quando Biondino, che era come se parlasse Riina, mi dice di procedere con Mannino…”. I pg Barbiera e Fici, in vista dell’esame di Massimo Ciancimino, hanno chiesto alla Corte di potere attendere le motivazioni della sentenza del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, emessa dalla Corte d’assise il 20 aprile scorso. Ciancimino jr e’ stato condannato alla pena di 8 anni per calunnia nei confronti di Gianni De Gennaro. La Corte ha rinviato, dunque, al 14 settembre per l’esame di Massimo Ciancimino.

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