Il progetto pilota per pulire i fiumi parte da Torino

Il progetto pilota per pulire i fiumi parte da Torino
19 settembre 2019

Torino “adotta” il Po d aMare e avvia la prima sperimentazione di prevenzione del river litter progettata anche per grandi nuclei urbani. Il progetto pilota, fortemente voluto da Iren e Amiat, è stato predisposto da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, i Consorzi Castalia e Corepla con il Coordinamento dell Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, il patrocinio del Ministero dell Ambiente, dell AIPO e la collaborazione della Città di Torino. La parola d ordine è prevenzione: fiumi puliti per mari puliti e il Po con i suoi 652 km, 4 Regioni e 13 Province attraversate, è il corso d acqua che meglio si presta a operazioni di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti, in plastica in particolare, prima che arrivino al mare. Ecco quindi perchè il nome Po d’AMare, come spiega il presidente di Corepla Antonello Ciotti:

“Abbiamo incontrato una ricerca dell’Università di Lipsia che dimostrava come l’80% di tutta la plastica che finisce negli Oceani proviene da 10 fiumi mondiali, nessuno è però europeo. Allora ci siamo detti, andiamo a verificare il comportamento dei cittadini e dei consumatori italiani andando ad intercettare tutto ciò che galleggia sul Po, per verificare tramite una sperimentazione puntuale quali sono gli oggetti che galleggiano sul nostro fiume”. La messa in opera del progetto Il Po d aMare a Torino è l evoluzione della precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo svoltasi in prossimità del delta del fiume nel 2018, ma con un elemento strategico ulteriore: è il primo caso di sperimentazione localizzata all interno di un grande nucleo urbano.

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Le barriere infatti sono posizionate in zona Murazzi, proprio in prossimità del centro storico. Le modalità di intercettazione e raccolta dei rifiuti previste dal progetto torinese sono a cura della società Castalia Operations nell ambito del progetto Seasweeper che vede l installazione di un dispositivo composto da barriere galleggianti che consentono di raccogliere le plastiche e gli altri rifiuti galleggianti trasportati dal fiume. Lorenzo Barone di Castalia Operations: “Il problema della plastica in mare è più difficile risolverlo che nelle acque interne, quindi abbiamo iniziato con questo studio, prima sul Sarno, poi l’anno scorso sul Po a Ferrara. Oggi la portiamo qui anche grazie all’invito di Amiat e del Comune di Torino e riteniamo che in una città come Torino oltre a funzionare questo progetto potra dare anche un contributo dal punto di vista della sensibilizzazione”. Il sistema è composto da due moduli progettati per restare posizionati fino a dicembre 2019. Le barriere non interferiscono con la flora e la fauna del fiume. Tramite un imbarcazione “Sea hunter” e operatori da terra, i rifiuti verranno raccolti in appositi cassoni gestiti da Amiat, che provvederà a sua volta a conferire le plastiche presso un impianto Corepla che si occuperà della successiva valorizzazione dei materiali.

Il materiale riciclato verrà quindi utilizzato per la realizzazione di arredi urbani che verranno regalati dai partner del progetto alla Città di Torino. I risultati di questa seconda sperimentazione, inoltre, verranno messi a confronto con la precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo dei rifiuti plastici del fiume Po presso Ferrara. Sarà così possibile valutare la fattibilità di un sistema nazionale di prevenzione dei rifiuti marini tramite sistemi di raccolta nei principali fiumi italiani e nel contempo la possibilità di creare una filiera virtuosa di riciclo e recupero delle plastiche raccolte. Renato Boero presidente di Iren Spa. “Noi abbiamo diversi impianti di trattamento che trasformano il rifiuto in materia prima seconda. Ne faremo degli altri, soprattutto sul tema della plastica dove c’è grandissima attenzione. Quindi questo è un progetto che si pone l’obiettivo di recuperare la plastica che inavvertitamente può essere caduta nel Po. Vedremo le quantità raccolte, poi vedremo come trasformarle in manufatti. Un progetto di economia circolare al 100 per cento”.

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