Prostituzione, gestivano case in tutta Italia

Prostituzione, gestivano case in tutta Italia
12 aprile 2019

Smantellata dalla polizia di Pescara un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Cinque persone sono finite in manette; due quelle ancora ricercate. Il sodalizio gestiva decine di case per la prostituzione in tutta Italia e, attraverso una sorta di ‘call center’ in Spagna, gestiva anche le relazioni con i clienti, che chiamavano da diverse citta’ e venivano indirizzati nell’appartamento piu’ vicino. I particolari sono stati resi noti, stamane, a Pescara nel corso di una conferenza stampa dal dirigente della Mobile, Dante Cosentino. Oltre a Pescara, gli appartamenti utilizzati dalla banda si trovano a Roma, Firenze, Milano, Genova, Ferrara, Mantova, Cremona, Piacenza, Parma, Brescia, Lecce, Sammichele di Bari, Varese, Modena, Legnano e Gallarate.

In carcere, sono finiti due pescaresi, di 28 anni e 26 anni, arrestati a Milano, i quali avevano formato una vera e propria societa’ per procacciare gli immobili da affittare alle prostitute a prezzi fuori mercato. In manette sono finiti poi un milanese di 52 anni, che teneva i contatti con le prostitute e raccogliere gli incassi; un 29enne di Lecce, gestore di un bed & breakfast in cui sono state rintracciate alcune prostitute sfruttate dall’organizzazione. Agli arresti domiciliari, invece, e’ finita una colombiana di 37 anni, che avrebbe reperito appartamenti a Genova. Le due donne ricercate, una romena e una albanese, gestivano le fila del sodalizio. Delle indagini, che sono partite nel 2017, si e’ occupata la squadra Mobile della Questura di Pescara. La polizia ha fatto emergere su un articolato sistema che, attraverso il reperimento di alloggi in affitto da destinare all’esercizio della prostituzione e la pubblicazione degli annunci su siti specializzati, consentiva di trarre ingenti profitti.

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Nel corso delle indagini sono stati individuati 30 appartamenti, di cui una decina solo a Pescara. Sono circa 20 invece le ragazze e i transessuali, di nazionalita’ albanese, rumena e sudamericana, di cui l’organizzazione favoriva e sfruttava la prostituzione. Agli indagati e’ stata sequestrata una postepay, intestata ad una terza persona, utilizzata per riscuotere i compensi dalle prostitute, che effettuato ricariche sulla carta dopo aver e ricevuto per foto gli estremi. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, su richiesta del pm, Rosangela Di Stefano, che ha coordinato le indagini. Gli arresti sono stati eseguiti dagli agenti della Mobile di Pescara, in collaborazione con i colleghi di Milano, Lecce e Genova. “I clienti – ha detto Cosentino – erano soliti telefonare a delle utenze pubblicate sui siti specializzati, cui in realta’ rispondeva non direttamente la prostituta ma, dalla Spagna, come fosse un call center, una donna, tuttora latitante, che procedeva poi a indirizzare la clientela verso le diverse case d’appuntamento sparse nella penisola”.

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