Putin mise a lavoro think tank per favorire Trump. Fonti Usa rivelano due documenti

Putin mise a lavoro think tank per favorire Trump. Fonti Usa rivelano due documenti
Il presidente russo, Vladimir Putin e Donald Trump
20 aprile 2017

Nei mesi che precedevano le presidenziali americane dell’8 novembre, il governo russo istitui’ un ‘think tank’ che rispondeva direttamente al presidente, Vladimir Putin, per interferire nelle elezioni: l’obiettivo era favorire Donald Trump e comunque minare la fiducia nel voto da parte degli Stati Uniti. E’ quanto hanno rivelato fonti americane (tre funzionari in carica, e quattro della passata amministrazione) all’agenzia Reuters, in quella che sarebbe la prima conferma dell’esistenza di una vera e propria struttura legata ai vertici politici di Mosca per le interferenze russe sul voto Usa. Le fonti hanno descritto due documenti riservati russi che hanno fornito il quadro e la ‘ratio’ in base a cui le agenzie di intelligence americane hanno concluso che ci fu un intenso sforzo russo per interferire nel voto dell’8 novembre. Il materiale – redatto dall’Istituto russo per gli studi Strategici di Mosca, guidato da un ex dirigente dell’intelligence in pensione nominato dal Cremlino – e’ arrivato in mano agli americani dopo il voto.

Il primo documento e’ un piano strategico, scritto lo scorso giugno e fatto circolare ai piu’ alti livelli del governo, che non fa alcun riferimento a candidati: raccomanda il Cremlino di lanciare una campagna di propaganda sui social network e sui media vicini al governo russo per incoraggiare gli americani a eleggere un presidente che avrebbe assunto posizioni piu’ concilianti con la Russia rispetto all’amministrazione Obama. Il secondo documento, scritto a ottobre e fatto circolare anch’esso tra i vertici del Cremlino, mette invece in guardia dal fatto che la candidata democratica, Hillary Clinton, sta vincendo le elezioni, e quindi suggerisce di cessare la propaganda pro-Trump e invece di intensificare i messaggi su brogli elettorali in modo da minare la legittimita del sistema americano e danneggiare la reputazione della Clinton.  Le fonti hanno tutte parlato a condizione che fosse coperta la loro identita’ perche’ i documenti russi sono classificati, ne’ hanno voluto rivelare come siano venuti in possesso del materiale.

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I due documenti, hanno aggiunto le fonti, sono stati fondamentali perche’, a fine mandato, l’amministrazione Obama accusasse la Russia di aver orchestrato una campagna di ‘fake news’, con una serie di attacchi informatici al Partito Democratico e alla campagna elettorale della Clinton. “Putin aveva in mente quell’obiettivo da tempo e ha chiesto all’istituto di definirgli una ‘road map”, ha raccontato una fonte. Il documento stilato a giugno e’ in realta’ l’edizione, riveduta e allargata, della campagna – hanno spiegato quattro delle fonti- lanciata dai russi qualche mese prima: a marzo il Cremlino sguinzaglio’ due mezzi di informazione sostenuti da Mosca, tra cui il sito web Russia Today e l’agenzia Sputnik per diffondere una serie di notizie, che appoggiavano in vario modo Trump. L’ufficio stampa dell’Istituto per gli Studi Strategici ha reagito all’esclusiva Reuters con un commento all’agenzia russa Tass: “Purtroppo, il numero di osservazioni calunniose contro la Russia e’ cresciuto di recente, ma chi fa queste affermazione percepisce il mondo in maniera sbagliata”. Un portavoce di Sputnik ha liquidato le rivelazioni degli americani come “una montagna assoluta di menzogne”. “E in ogni caso, non e’ la prima montagna di menzogne che sentiamo da ‘fonti negli ambienti ufficiali americani'”, ha aggiunto.

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