Quando San Giuseppe voleva lasciare Maria, il racconto di Papa Bergoglio

Quando San Giuseppe voleva lasciare Maria, il racconto di Papa Bergoglio
4 febbraio 2015

“Anche san Giuseppe fu tentato di lasciare Maria, quando scoprì che era incinta; ma intervenne l’angelo del Signore che gli rivelò il disegno di Dio e la sua missione di padre putativo; e Giuseppe, uomo giusto, ‘prese con sé la sua sposa’ e divenne il padre della famiglia di Nazaret”. Così Papa Francesco all’udienza generale. “La volta scorsa ho parlato del pericolo dei padri ‘assenti’, oggi voglio guardare piuttosto all’aspetto positivo”, aveva premesso Jorge Mario Bergoglio che – parlando oggi in piedi – ha proseguito un ciclo di catechesi sulla famiglia, in vista del sinodo di ottobre prossimo.

“Ogni famiglia ha bisogno del padre”, ha detto Papa Francesco, che ha poi citato il discorso di un padre al figlio contenuto nel libro biblico dei Proverbi. “Un padre – ha poi chiosato – sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. Però, quale consolazione e quale ricompensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! E’ una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incomprensione e guarisce ogni ferita. La prima necessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada. Padre presente, sempre. Dire presente – ha aggiunto a braccio tra gli applausi – non è lo stesso dire controllatore, perché i padri troppo controllatori annullano i figli. Il Vangelo – ha poi prosguito – ci parla dell’esemplarità del Padre che sta nei cieli – il solo, dice Gesù, che può essere chiamato veramente Padre buono”.

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“Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso, che si trova nel Vangelo di Luca. Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri – ha ribadito a braccio il Papa – devono essere pazienti, tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare: pregare e aspettare, con dolcezza, magnanimità e misericordia. Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. Una volta – ha aggiunto – ho sentito in una riunione di amtrimonio dire un papà: a volte devo picchiare un po i figli, ma mai in faccia per non avvilirli: che bello, ha senso della dignità!”.

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