Ragazzo ucciso a calci in discoteca a Palermo: fermato 17enne

Ragazzo ucciso a calci in discoteca a Palermo: fermato 17enne
18 febbraio 2015

E’ in stato di fermo con l’accusa di omicidio il 17enne che ieri a Palermo si è costituito nel carcere Malaspina come responsabile della morte di Aldo Naro, il medico 25enne ucciso la notte tra venerdì e sabato scorso in una discoteca del capoluogo siciliano al culmine di una rissa. Il cerchio attorno al giovane si era stretto nelle ultime ore, dopo che i carabinieri avevano per giorni interrogato decine di testimoni presenti la sera della tragedia e passato al setaccio le immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza del locale.
I militari erano anche andati a casa del presunto omicida per cercarlo, nel popolare quartiere Zen, poco distante dalla discoteca dove è avvenuto il fatto, ma non lo avevano trovato. La confessione è giunta dopo un interrogatorio fiume andato avanti tutta la notte.

Il minorenne era arrivato in discoteca insieme ad un gruppo di amici, e all’interno del privè della discoteca, per banali questioni, hanno cominciato a picchiare il 25enne che una volta caduto a terra è stato colpito alla tempia da un calcio che ne ha causato una emorragia cerebrale e, successivamente al ricovero all’ospedale Villa Sofia, il decesso. Ieri pomeriggio a San Cataldo, paese in provincia di Caltanissetta del quale era originario Aldo Naro, si sono svolti i funerali del ragazzo che appena 5 mesi fa si era laureato in Medicina con il massimo dei voti. Nelle parole del padre, Rosario, ufficiale dei carabinieri, non c’è odio nei confronti dell’omicida del figlio, ma la ferma determinazione affinché sia fatta giustizia e soprattutto che il sacrificio del figlio conduca ad un risveglio di coscienze.

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“La speranza è che si possa innescare, con il sacrificio immensamente grande di mio figlio, un qualcosa di virtuoso che porti a far riflettere sia gli autori di questa barbarie, ma anche la società civile – ha detto -, affinché ci sia un risveglio delle coscienze. Non si può sapere il proprio figlio tranquillo, sereno e poi andarlo a trovare in una lastra di marmo. Dobbiamo trovare risorse umane, a livello legislativo e di società civile, che porti ad una soluzione di un problema che sta diventano insostenibile”.

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