Raggi perde anche il direttore generale

Raggi perde anche il direttore generale
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi
29 luglio 2017

Atac, la partecipata del Comune di Roma per il trasporto pubblico locale, perde anche il Dg Bruno Rota, indicato dall’assessore alle Partecipate Massimo Colomban per ripetere nella capitale lo stesso miracolo che aveva fatto a Milano. Alla guida dell’omologa milanese di Atac, Atm, Rota l’aveva fatta passare da un risultato netto di 5,1 milioni (2011) a 35 milioni (2016). Ha fatto 600 milioni d’investimenti in tre anni, senza aumentare l’indebitamento, con un margine operativo lordo passato da 97 milioni (2011) a 163 (2016). Con quei fondi ci aveva comprato 60 treni per il metrò e 330 bus. Giusto quel miracolo che serviva alla partecipata capitolina, il cui bilancio non è stato approvato e che versa in condizioni disperate. E gli obiettivi che gli aveva fissato Colomban erano ambiziosissimi: aumento di 565 bus, aumento della produzione chilometrica del 12,3%, aumento dei ricavi da mercato per oltre 300 milioni di euro e, soprattutto, pareggio di bilancio. “Abbiamo due settimane”, aveva detto Rota al Corriere solo due giorni fa, descrivendo un quadro fatto di dipendenti assenteisti cronici, dirigenza assente, lassismo, manutenzione impossibile a causa della valanga di debiti accumulati. Aveva descritto la sindaca Raggi come attenta e disponibile alle sue segnalazioni, ma aveva fatto capire che il contesto era ostile. Rota la comunicazione la conosce: la sua vita professionale, d’altronde, è cominciata come giornalista al Sole 24 ore. La sua uscita pubblica è la seconda a distanza di una decina di giorni: “Sono sincero: il M5S a Roma ha sbagliato – aveva detto in un’assemblea a Brescia. Secondo me, l’amministrazione Raggi doveva denunciare la situazione dell’Atac un anno fa. Doveva farlo subito, appena eletta, anche perché da allora a oggi i debiti non sono aumentati ma la faccenda ormai è insostenibile: presto dovremo prendere delle decisioni nette”.

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In una intervista a Skytg24, Rota non ci sta con tanto di numero di protocollo, mostrando la sua lettera datata 21 luglio. “A questa mia, Fantasia mi ha risposto: ‘Facendo seguito alla sua lettera del 21.07.2017 prendiamo atto delle sue dimissioni che accettiamo con decorrenza dal 2/8 o altra data antecedente lei riterrà opportuna’. Dunque di che stiamo parlando?”. Proprio queste decisioni annunciate sembrano essere la causa della reazione del M5S: ieri il presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno gli risponde via facebook: “Il mero elenco dei problemi non è sufficiente ed è necessario aggredirli e provare a risolverli – scrive -. Magari in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli completamente inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte. O avviando le procedure per rendere più moderno ed efficiente il sistema di bigliettazione”. Rota gli risponde secco e frontale sotto al post: “So del vivo interesse del consigliere Stefano alle soluzioni di una società che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare più volte. Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere”. Da quel momento la sua carica comincia a ballare, e il ritiro delle deleghe viene comunicato dall’Amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia, nel tardo pomeriggio di oggi.

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Ma le cose sembrano ancora più complicate di come appaiono: “Da quanto ci risulta sembrerebbe che il Direttore Generale di Atac sia dimissionario, anzi parrebbe addirittura che nei giorni scorsi Rota avesse già presentato le dimissioni comunicandole direttamente al sindaco di Roma”, rivelano per primi i consiglieri di Fdi Fabrizio Ghera e Andrea Di Priamo. Rota conferma- A quel punto Atac si corregge: “le dimissioni del Direttore Generale, dottor Bruno Rota, sono state presentate su richiesta dell’Amministratore Unico Manuel Fantasia ieri pomeriggio”. E Stefàno pretende scuse da Rota: “”Ne’ io ne i miei colleghi, per quanto mi consta, abbiamo mai sollecitato promozioni, chiesto assunzioni o spostamenti, proposto collaborazioni. Invito pertanto il dott. Rota a scusarsi per una contestazione infondata”. Le opposizioni capitoline, tuttavia, insorgono: “Si tenta di raggirare i romani e i lavoratori su quanto sta accadendo nell’azienda di trasporto capitolina – attacca la capogruppo del Pd Michela Di Biase -. Tutto ciò è inaccettabile il Presidente De Vito ha ricevuto una richiesta urgente di convocazione dell’Assemblea Capitolina ora si proceda e il sindaco venga in aula a riferire”. E le possibili conseguenze tracimano, ormai, da Palazzo Senatorio: “Chiederò’, in accordo con il gruppo Pd, all’ufficio di presidenza della commissione Trasporti della Camera che il dg dimissionario di Atac, Bruno Rota, venga immediatamente convocato e ascoltato in commissione, per chiarire fondatezza e provenienza delle sue accuse sulle raccomandazioni. Proporrò che l’audizione parlamentare di Rota venga poi acquisita dalla Procura di Roma”. annuncia via social il deputato Pd della commissione Trasporti Michele Anzaldi. L’ennesima tegola sul Comune di Roma.

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