Raggiunto accordo Ue-Mercosur, segnale a protezionismo Trump. Italia si oppone

Raggiunto accordo Ue-Mercosur, segnale a protezionismo Trump. Italia si oppone
29 giugno 2019

L’Unione europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) hanno raggiunto un accordo commerciale dopo 20 anni di trattative. Per i quattro paesi dell’America Latina si tratta del primo trattato bilaterale e l’accordo – favorito dalla volonta’ delle parti di dare anche cosi’ una risposta al protezionismo di Donald Trump – e’ arrivato dopo una settimana di intensi negoziati a Bruxelles a tutti i livelli, tecnici e politici. L’accordo commerciale concluso a Bruxelles fra la Commissione, a nome dell’Unione europea, e diversi ministri dei paesi del Mercosur comprende una serie “quote agevolate” per aumenti controllati e graduali delle importazioni in Europa di prodotti “sensibili” del comparto agricolo (carne di manzo e pollame, miele, etanolo, zucchero), e, come contropartita, l’abolizione dei dazi finora applicati su alcuni prodotti europei, e la protezione di un gran numero di denominazioni d’origine europee nei quattro paesi sudamericani.

I dettagli finali dell’accordo non sono ancora stati pubblicati, ma il commissario Ue all’Agricoltura Phil Hogan e la commissaria al Commercio Cecilia Malmstroem hanno ne hanno anticipati alcuni durante la conferenza stampa seguita, stasera a Bruxelles, all’annuncio della conclusione con successo dei negoziati. Il blocco commerciale di paesi che al momento include Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay ha una popolazione di 260 milioni di abitanti e mantiene tuttora barriere tariffarie piuttosto alte su molti prodotti europei. Grazie all’accordo, invece, verranno rimosse le tariffe per i prodotti europei sul settore auto (che oggi ha tariffe al 35%), componenti di automobili (14-18%), macchinari (14-20%), prodotti chimici (fino al 18%), prodotti farmaceutici (fino al 14%), abbigliamento e calzature (35%) o tessuti a maglia (26%). “L’accordo fara’ risparmiare alle imprese europee oltre 4 miliardi di euro di dazi, quattro volte di piu’ del nostro accordo con il Giappone, dando loro un vantaggio rispetto ai concorrenti di altre parti del mondo”, ha dichiarato Cecilia Malmstroem. Ed anche i governi di Argentina e Brasile hanno definito l’accordo “storico”.

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Il settore agroalimentare dell’Ue beneficera’ del taglio delle attuali tariffe su prodotti come cioccolatini e dolciumi (oggi al 20%), vini (al 27%), bevande cosiddette “spiritose” (alcoliche, dal 20 al 35%) e bevande analcoliche (dal 20 al 35%). Previste quote di ingresso a dazio zero per i prodotti lattiero-caseari dell’Ue (attualmente una tariffa del 28%), in particolare per i formaggi. I paesi del Mercosur riconosceranno tutela a 357 prodotti alimentari e bevande europei Dop e Igp, di cui 52 italiane. L’agricoltura e’ stato il capitolo da fine dei giochi, quello che fino all’ultimo ha tenuto in sospeso il negoziato con questioni come le resistenze del Mercosur a fare concessioni su vino e formaggi europee e sulle denominazioni a indicazione geografica (Dop e Igp) contese. In Europa l’accordo potrebbe scontentare soprattutto i produttori di zucchero, di carni bovine, pollame e riso. Due settori questi ultimi su cui l’Italia ha interessi difensivi.

Dunque, un accordo raggiunto dopo 20 anni di trattative. Il primo incontro tra delegazioni risale al 1999 e da allora sono state a piu’ riprese sospese e riavviate una serie di trattative, per le resistenze sudamericane e i timori nel settore agricolo europeo. Piu’ di recente, tra i contrari all’accordo si sono schierate anche le organizzazioni ambientaliste, per le prese di posizione del Brasile di Jair Bolsonaro contro l’accordo sul clima di Parigi. “L’accordo Ue-Mercosur da’ opportunita’ anche agli agricoltori europei – ha assicurato il commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan – i nostri prodotti di alta qualita’ otterranno la protezione che meritano. Ci sono anche alcune sfide per gli agricoltori e la Commissione europea sara’ disponibile ad aiutarli a farvi fronte”. “Apriremo ai prodotti agricoli del Mercosur con quote attentamente gestite – ha aggiunto – che garantiranno che non vi e’ alcun rischio di invasione del mercato Ue, ne’ minacce al sostentamento degli agricoltori”.

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Contraria l’Italia. “Opporremo la massima contrarietà in tutte le sedi competenti – ha detto il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio -. Gia’ da ora posso dire chiaramente che non permetteremo che vengano penalizzati i nostri agricoltori e le nostre filiere. Non siamo contro gli accordi commerciali internazionali, ma siamo contrari a quelli che non tutelano le nostre produzioni che seguono standard e percorsi di qualità ben diversi da quelli di altri Paesi Extra Ue”. In altri termini, “sono profondamente preoccupato per le ripercussioni negative che potrà avere qualora fossero confermate le aperture al Mercosur verso le nostre produzioni sensibili quali riso, sul quale non è possibile accettare continue concessioni, e carne di pollame”, ha spiegato ancora Centinaio. “Siamo peraltro anche molto perplessi sulla parte che riguarda i possibili vantaggi offensivi per le nostre esportazioni di olio di oliva, pasta e formaggi sui quali continueremo a chiedere le più ampie garanzie, compreso il totale riconoscimento e tutela dei nostri prodotti Dop e Igp. Vigileremo da subito, va bene aprire ai mercati ma servono innanzitutto regole comuni certe e rispettate da tutti”, ha concluso.

Anche la Coldiretti manifesta le sue perplessità sull’accordo commerciale tra l’Europa e i Paesi del Mercosur, lanciando “l’allarme sicurezza a tavola”. In pratica, per l’organizzazione degli agricoltori, “sul alcuni dei Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur), gravano pesanti accuse per i pesanti rischi alimentari e per lo per sfruttamento del lavoro minorile per prodotti che arrivano anche in Italia secondo il Dipartimento del lavoro Usa”. In sostanza, secondo la Coldiretti, “si tratta di una intesa intempestiva, in piena fase di rinnovo delle Istituzioni comunitarie, con evidenti criticita’ per il settore agricolo sulle quali dovranno esprimersi ora il Consiglio Ue e il nuovo Parlamento Europeo ma anche i Parlamenti nazionali”.

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