Referendum autonomia, Salvini rischia se vince il sì. Zaia futuro leader Lega?

Referendum autonomia, Salvini rischia se vince il sì.  Zaia futuro leader Lega?
Il governatore del Veneto, Luca Zaia
18 ottobre 2017

Potrebbe essere un boomerang per Matteo Salvini, il referendum per l’autonomia di domenica, in Lombardia e Veneto. Ne è convinto l’Economist che fa il punto sulle possibili conseguenze della vittoria del si, data per probabile, e si interroga sulle conseguenze che ne deriveranno per gli equilibri interni alla Lega. Per il settimanale britannico, infatti, paradossalmente la vittoria del si’ “potrebbe causare problemi per il suo leader Matteo Salvini” perche’, mentre i suoi compagni di partito si concentrano su Milano e Venezia, “lui ha cercato di allargare il suo consenso in tutta Italia grazie a un programma elettorale populista”, con il partito Noi con Salvini, presente nel centro e sud Italia. Non solo. Sempre secondo l’Economist, “la posizione personale di Salvini all’interno del partito e’ a rischio”, incalzato da Luca Zaia, governatore del Veneto, “che secondo alcuni analisti politici sara’ il futuro leader della Lega Nord”. Intanto, in Lombardia e Veneto si lavora all’allestimento delle cabine elettorali. La Lega torna a rivendicare le istanze del Nord. D’altronde è nel dna del partito. La storia delle strategie e dei tentativi in materia, messi in atto dal Movimento fondato da Umberto Bossi, risale al febbraio del 1991.

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Da allora, sono cambiati linguaggi e scenari politici ma il tanto amato ‘secessionismo’ leghista è più vivo che mai. Di più, perché mai prima d’ora i vertici del Carroccio avevano sottoposto il tema al ‘test’ del voto. E ciò avvera’ domenica, con oltre 8 milioni di elettori guidati dai governatori Luca Zaia e Roberto Maroni, che saranno chiamati a dire se sono d’accordo ad avviare una trattativa con lo Stato per negoziare maggiore autonomia, stando a quanto concesso dalla Costituzione. Come dire, buoni propositi. Intanto, in Sicilia, Matteo Salvini cerca di non farsi scappare la parola ‘nord’ nei suoi comizi. In piena campagna elettorale per l’elezione del parlamento e del presidente della Regione siciliani, sarebbe come sganciare un missile. E così se da un lato i governatori leghisti rispolverano la secessione, dall’altro Salvini apre le braccia al Sud prospettando pace e serenità. Due facce della stessa medaglia: l’asse dei governatori più solido che mai e il segretario solitario. Oggi, intanto, a Milano Maroni e Silvio Berlusconi presenteranno l’iniziativa referendaria. Solo di tablet, ai cittadini è costata 23milioni di euro. Sono 24.4000 le voting machine, non collegate a Internet, attualmente sigillate e conservate in una località segreta fino alla consegna ai Comuni per il voto elettronico. A cosa serviranno dopo la consultazione, non è finora noto. Maroni, frattanto, stimola gli elettori: “Se vince il si’, come mi auguro, partiamo con la trattativa con il governo per ottenere piu’ competenze e piu’ risorse”. “Molto semplice”, dice il governatore lombardo protagonista di un botta e risposta con Giorgio Gori, via social, scaturito da un’affermazione del sindaco di Bergamo sui rischi di un’affluenza sotto il 50 per cento.

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“Caro Gori, apprezzo il tuo impegno per il ‘si”, ma sono i tuoi amici del Pd che dicono di non andare a votare al referendum, #aprigliocchi”, risponde il presidente della Lombardia al suo possibile concorrente per le Regionali. Le polemiche sulla consultazione non sono mancate. Per l’ex leghista, Flavio Tosi, per esempio, il referendum per l’autonomia “in Veneto e’ stato troppo politicizzato con il rischio che, una parte che non lo sente suo, non andra’ a votare”. Poi l’affondo: “Bisogna ricordare che si tratta di un referendum consultivo, di un messaggio di volonta’ di autonomia. Non e’ vero – conclude l’ex sindaco di Verona – come ho sentito dire, che dopo questo voto il Veneto diventera’ come il Trentino Alto Adige”. Salvini, frattanto, è in Sicilia a caccia di voti. “Contiamo di entrare con ‘Noi con Salvini’ per la prima volta nel parlamento siciliano – dice da Catania il leader leghista che già parla da uomo di governo -. Abbiamo le idee su come rilanciare in Sicilia il lavoro, difendere l’agricoltura, la pesca”. Inevitabile il colpo ai grillini: “L’avversario sono i Cinquestelle. Io pero’ dico ai siciliani che all’onesta’, che e’ un requisito fondamentale, bisogna aggiungere la capacità”. “Andate a Roma – sottolinea – e guardate come in un anno e mezzo non solo non hanno combinato niente ma la citta’ e’ ancora piu’ sporca e piu’ insicura di prima”. Salvini è in tour nell’isola. A suo dire, farà una campagna elettorale “diversa dagli altri che fanno passeggiate”. “Faro’ la Trapani-Ragusa in treno, una odissea di tredici ore per fare 350 chilometri”.

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