Referendum trivelle, quorum lontano. Ma e’ gia’ scontro sull’esito

Referendum trivelle, quorum lontano. Ma e’ gia’ scontro sull’esito
17 aprile 2016

E’ bastato un “ciaone” twittato dal renziano Carbone per alzare subito il livello della tensione sul referendum sulle trivelle. E’ intervenuto lo stesso premier per dire che rispettera’ il silenzio fino alla chiusura dei seggi. Il presidente del Consiglio si presentera’ davanti alle telecamere a seggi chiusi, pochi minuti dopo le 23. I suoi anticipano che ribadira’ le ragioni per cui ha indicato la linea dell’astensione, spieghera’ che occorrera’ trarre le conseguenze dal mancato raggiungimento del quorum e si togliera’ anche qualche sassolino dalle scarpe. Contro il fronte del Si’, contro quel blocco, dalla minoranza dem a FI (perlomeno una parte), da Sel a Movimento 5 stelle che hanno cercato di strumentalizzare l’appuntamento di oggi per dare una spallata al governo. Invece, spiegano i renziani, e’ stato respinto l’assalto, cosi’ come verra’ respinto alla consultazione che si terra’ ad ottobre sul ddl Boschi. C’era chi voleva darci una lezione, sottolinea piu’ di un fedelissimo del presidente del Consiglio, e invece dovra’ parlare di sconfitta. Ma chi ha sposato la causa del Si’ respinge ogni lettura politica. Respinge il “ciaone”. “Saranno dieci, undici o dodici milioni di italiani ma bisognera’ tenerne conto”, sottolinea per esempio il bersaniano Zoggia, “il governo dovra’ tener presente che sulle politiche energetiche c’e’ una sensibilita’ diversa dalla sua, questo referendum aveva certamente una sua dignita’”.

Parla di “ottimo risultato” anche Emiliano mentre attaccano Brunetta per il quale e’ arrivato un ulteriore segnale a Renzi e il Movimento 5 stelle. “Una percentuale cosi’ alta e’ una testimonianza che non si e’ trattato solo di un voto contro qualcuno”, aggiunge ancora Zoggia. Letta si spinge oltre, nota “un Pd in difficolta’”, ma al Nazareno, fanno sapere fonti parlamentari dem, “il clima e’ sereno, altro che allarme”. “La verita’ e’ che hanno cercato di affondare il governo e non ci sono riusciti”, spiega un altro renziano. Hanno voluto partecipare al referendum le cariche istituzionali, da Mattarella a Grasso e Boldrini. Si sono recati al seggio per votare Si’, tra gli altri, Grillo, Speranza e Fassina. Ha evitato di farlo Berlusconi per il quale, spiegano i suoi, “si e’ trattato di una gran perdita di soldi”. Il Cavaliere sposava le ragioni del No ma ha preferito disertare il seggio. Non e’ su questo referendum – ha riferito ai fedelissimi – che bisogna dare una spallata al governo. FI ha indicato liberta’ di coscienza, ma anche sull’appuntamento odierno si e’ andati in ordine sparso: da una parte l’ala legata a Lega e Fdi, dall’altra chi conserva nel partito posizioni piu’ moderate e prudenti. (Agi)

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