Renzi: “15.000 nuovi posti di lavoro”

14 giugno 2014

Dopo quasi tre ore si è concluso il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla riforma della Pubblica amministrazione. All’interno molte misure che il premier, Matteo Renzi, ha riassunto in una conferenza stampa densa di spunti ma che verrà approfondita, ha spiegato, oggi dai singoli ministri interessati. Tra i provvedimenti approvati: fondi per la scuola, 15mila posti nella P.a., modello unico per la dichiarazione dei redditi, potere di commissariamento all’Anac, nomine in Consob, Istat, Agenzia delle Entrate.

NOMINA VERTICI CONSOB, ISTAT E ENIT “Abbiamo proceduto alle nomine di Enit, Anac, Istat, Agenzia delle entrate, Agenzia del demanio, Agenzia dei beni confiscati e Consob”, ha annunciato Renzi.

NUOVI POSTI DI LAVORO Renzi ha poi analizzato brevemente quelle che sono le due novità principali per la P.a. Il provvedimento per la riforma, ha detto, contiene “norme sul ricambio generazionale, che permettono di creare quindicimila posti con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio”. E poi ha aggiunto che viene “dimezzato il monte ore dei permessi sindacali”. Inoltre è stato approvato il taglio del 10% delle bollette energetiche per le imprese.

PIÙ POTERI ALL’ANAC Per quanto riguarda l’Autorità Nazionale AntiCorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, è previsto che “le siano attribuiti i poteri esistenti e anche i poteri dell’Autorità di controllo e vigilanza dei contratti e servizi pubblici”. L’Anac, in caso di una “vicenda oscura”, potrà “proporre un commissariamento ad hoc non dell’azienda, ma di quella parte dell’azienda che svolge un lavoro contestato”. Poi il premier ha annunciato per Expo la nasciata di ‘Open Expò “tutti i dati – ha sottolineato – saranno online, voce per voce”.

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SCONTRO INTERNO AL PD Rispondendo alle domande dei giornalisti, Renzi ha poi parlato dello scontro interno al gruppo del Pd al Senato dopo la revoca dell’incarico in commissione Affari costituzionali per Corradino Mineo e la decisione di 14 senatori dem di autosospendersi. “Alcuni resoconti sono sorprendenti perchè la sostituzione di un senatore in una commissione può essere considerata in tutti i modi, ma non certo come l’esercizio di un potere dittatoriale”, ha spiegato il presidente del Consiglio. “Le riforme non si affossano. Nessuno di noi espellerà nessuno, ma è evidente che se tu utilizzi il tuo voto decisivo per affossare un progetto del governo non stai esercitando il tuo diritto di coscienza ma stai cercando di affossare un progetto di legge”, ha aggiunto il premier. Renzi ha spiegato, quindi, di condividere le sostituzioni. “È del tutto normale – ha concluso – che possa perciò esserci il potere di sostituzione da parte del capogruppo”.

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