Renzi a Bruxelles lancia la “sua” Europa: “Più democrazia, giustizia e politica”

Renzi a Bruxelles lancia la “sua” Europa: “Più democrazia, giustizia e politica”
28 aprile 2017

Cambiare l’Italia, riconoscendo anche gli errori fatti (come quello sulla riforma della scuola), ma avendo il coraggio di fare, e non solo di parlare e criticare e dire sempre di no, e riprendere la leadership nel Pd e in Italia per cambiare l’Ue, per uscire definitivamente dalla politica sbagliata dell’austerità, riprendendo per i nostri figli il sogno europeo dei padri fondatori, riportando al centro la politica, la democrazia, la giustizia sociale e l’umanità invece della burocrazia: “L’Europa sì; ma non così”. E’ il messaggio che l’ex premier Matteo Renzi ha voluto dare oggi proprio da Bruxelles, dalla “capitale” dell’Ue, per chiudere la sua campagna per le primarie del Pd, con l’obiettivo di riprendere la marcia verso la vittoria alle prossime elezioni e il ritorno al governo del Paese. “Scegliere di chiudere la campagna a Bruxelles – ha spiegato Renzi, durante la conferenza stampa convocata subito prima del suo intervento davanti ai suoi sostenitori – significa dire che noi siamo europei, profondamente europei”. “Una parte dei dirigenti politici del nostro paese – ha ricordato – ha spesso utilizzato l’Europa per farci la morale: ‘ce lo chiede l’Europa’ era la giustificazione per riforme che altrimenti non si sarebbero mai fatte. Credo che questo atteggiamento sia stato culturalmente sbagliato: l’Europa non è il luogo in cui venire a prendere ordini. L’Europa è la casa dei nostri figli e proprio per questo diciamo ‘Europa sì ma non così’. L’Europa va cambiata”. “Se vogliamo cambiare l’Italia – ha continuato l’ex premier – abbiamo bisogno di un’Italia che stia a Bruxelles a testa alta, consapevole del valore comunitario e del fatto che il valore comunitario non è contrario all’interesse nazionale; non difendiamo l’interesse nazionale contro l’Europa, ma per rendere l’Europa più forte”.

Renzi ha lanciato un programma in cinque punti per la sua campagna europea: 1) Elezione diretta del presidente della Commissione Ue, e, per cominciare, primarie per eleggere il candidato del Pse. 2) Fine delle politiche d’austerità in economia e riconoscimento che non solo state la risposta giusta alla crisi, come dimostrano i risultati ben diversi delle politiche opposte, incentrate sugli investimenti pubblici, fatte negli Usa di Obama negli stessi anni; a questo proposito l’Italia, ha annunciato Renzi, si opporrà, anche con il ricorso al veto, all’eventuale tentativo di incorporare nei trattato Ue il “Fiscal Compact” (il Trattato sull’austerità). 3) Investire nella riqualificazione delle periferie urbane, creando una sorta di “Piano Junker 2” a questo fine. 4) Realizzare una “Unione sociale”, che dia risposte alla disoccupazione, soprattutto giovanile, che investa nella società del welfare, nel “social housing”. 5) Investire in “un cambiamento culturale radicale”, secondo le proposte già avanzate dall’Italia, “spendendo per ogni euro in sicurezza un euro in cultura, mettendo per ogni poliziotto un insegnante, costruendo per ogni caserma un teatro”. L’ex premier ha sottolineato che “non si tratta di un messaggio teorico, di un sogno: è stato parte del nostro bilancio nel 2016 e nel 2017”.

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Con quest’approccio alla questione della sicurezza, Renzi ha lanciato un messaggio radicalmente opposto a quello dei populisti e nazionalisti come Marine Le Pen o Matteo Salvini: “La prima forma di sicurezza – dirà più tardi davanti ai suoi sostenitori – è la comunità; non è vero che si è più sicuri chiudendosi in casa, costruendo muri su muri e isolando le persone. La sicurezza è una parola che noi rivendichiamo per la sinistra, non è solo della destra, è di tutti. La sicurezza va di pari passo con la libertà, ma è necessario che ci siano dei luoghi di condivisione, di comunità”. Sulla Brexit, infine, Renzi ha detto che la posizione del Pd è la stessa della cancelliera tedesca Angela Merkel e dell’Ue, con fiducia per “il buon lavoro” che sta svolgendo il negoziatore capo europeo Michel Barnier “nel dialogo con i nostri amici britannici”. E quanto alle presidenziali francesi, l’ex premier italiano ha espresso tutto il suo sostegno per Emanuel Macron: “Speriamo nella sua vittoria”. Il suo messaggio, l’ex premier l’ha sintetizzato al termine del suo discorso davanti ai suoi sostenitori del Pd: “Mancano meno di 48 ore all’apertura dei seggi delle primarie, ed è bello chiudere questa campagna a Bruxelles. Qui non si tratta più di dire ‘ce lo chiede l’Europa’. Siamo noi – ha concluso – che chiediamo all’Europa più democrazia, più giustizia, più politica. Viva l’Europa, viva l’Italia, viva il Pd”.

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