Renzi corteggia i cattolici e attacca M5S

Renzi corteggia i cattolici e attacca M5S
L'ex segretario del Pd, Matteo Renzi
19 febbraio 2018

A tredici giorni dalle elezioni Matteo Renzi punta ancora di piu’ sul voto dei cattolici. Per raggiungere l’obiettivo di portare il Partito democratico ad essere il primo partito italiano e il primo gruppo del nuovo Parlamento (traguardo “a portata di mano”, sostiene) il segretario dem si rivolge “alle donne e agli uomini del mondo cattolico” e li mette sull’avviso: “Siamo a un bivio – dice incontrando piu’ di mille sostenitori al liceo Massimo di Roma – il centrodestra non e’ a trazione moderata, non e’ guidato dagli amici di Angela Merkel ma dagli amici di Marine Le Pen. Loro non sono moderati, noi siamo quelli del Terzo settore”. Poi rincara la dose escludendo qualsiasi ipotesi di accordo per un eventuale governo di larghe intese con M5s o la Lega (che traina, afferma, la coalizione che forma con Forza Italia e Fratelli d’Italia): “La stabilita’ del Paese non vale un accordo con gli estremisti, non possiamo lasciare l’Italia dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto a degli estremisti”. Un invito lo rivolge anche a tutto l’elettorato di sinistra, ribadendo che il voto dato al partito di Bersani e D’Alema finirebbe con il favorire di nuovo l’estremismo. “Dobbiamo scrollarci di dosso la rassegnazione e la stanchezza” e condurre il resto della campagna elettorale con orgoglio rivendicando quanto fatto negli ultimi cinque anni. “Se il Paese sta meglio – incalza – il merito e’ degli italiani ma anche di chi ha scelto di fare riforme – in alcuni casi venute bene in altri meno – che hanno portato l’Italia a crescere; e questa cosa l’ha fatta il Pd”. Su scuola, lavoro e famiglia si dice poi pronto a un confronto con gli avversari. E se questi continueranno a rifiutare un dibattito pubblico, annuncia, “faremo un confronto con gli ologrammi di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio”.

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E proprio ai 5 stelle riserva un lungo passaggio del suo intervento. Il caso rimborsopoli non puo’ essere accantonato. “Hanno scelto di restituire 23 milioni di euro agli italiani: e’ un loro pieno diritto. Ma se vogliono la lotta nel fango, dico che noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, e che se facciamo la gara tra quelli che hanno restituito piu’ soldi agli italiani finisce 6-0 per noi”. Quindi “non prendiamo lezioni da questi truffatori”. Intervistato da Lucia Annunziata non si sottrae infine alle domande sull’unita’ del centrosinistra e sulla decisione di Romano Prodi di votare per Insieme. Il Professore, ricorda, “ha detto che c’e’ una sinistra radicale che ha fatto la scissione, ha rotto l’unita’ della sinistra e si candida rischiando di far vincere la destra” e ha usato “parole chiare sulla coalizione. Non posso che esserne contento”. Nessuna “preoccupazione” per il fatto che Prodi non lo abbia nominato e che invece abbia elogiato l’operato di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. “Quel che abbiamo fatto non lo cancella nessuno. I risultati di questi anni non ce li portera’ via nessuno”. Con il presidente del Consiglio, conclude, “non litigheremo mai, anche perche’ a sinistra litigano gia’ abbastanza. Il premier potenziale lo decide il Presidente della Repubblica. E’ chiaro che chi ha fatto il presidente del Consiglio come Paolo Gentiloni potra’ giocarsi le sue carte per il futuro”.

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