Pd: “colpo su colpo” contro M5s, saremo primo partito

Pd: “colpo su colpo” contro M5s, saremo primo partito
Luigi Di Maio (S) e Matteo Renzi
8 febbraio 2018

Responsabili si’, ma mica stupidi: Matteo Renzi non ci sta a porgere l’altra guancia davanti alle accuse continue di Di Maio e compagni. E allora, assieme al richiamo alla responsabilita’, ai suoi detta la linea del “colpo sul colpo”. Nella Enews, il segretario dem sottolinea di “non volere una campagna nel fango”, ma che se il Movimento 5 Stelle sceglie quel campo di battaglia “bisogna rispondere”. E comincia lui, per primo, a ribattere alle accuse di questi giorni, dagli ‘impresentabili’ all’utilizzo dei fondi europei. La strategia comunicativa, comunque, non cambia. Il derby rimane quello fra “responsabili e avventurieri”, con il Pd nel primo ruolo e M5s, in compagnia di Lega e Forza Italia, nel secondo. Ma, a differenza di qualche giorno fa, il leader dem mette nel mirino i Cinque Stelle, relegando indirettamente Berlusconi al ruolo di comprimario nella sfida. Renzi e’ convinto che, nel momento in cui gli italiani sono circondati da messaggi che fomentano la paura, occorra rassicurare e fornire un punto di vista diverso. Intanto mostrando i progressi fatti negli anni di governo, suo e di Gentiloni. La parola “rivendicazione” e’ una delle piu’ frequenti negli interventi del segretario che rivendica, via via, la Buona Scuola, il Jobs Act, le politiche sui migranti. Aggiungendo sempre che di meglio si puo’ e si deve fare. Lo fa oggi – in una giornata che lo ha visto protagonista di due interviste e ua Enews – cercando di focalizzare l’attenzione su scuola e cultura ma trovandosi costretto dai fatti a virare sempre sul tema migranti e sicurezza. “Matteo Salvini sta facendo un calcolo elettorale sbagliato e poco serio”, spiega riferendosi ai fatti di Macerata: “Quell’uomo che ha sparato non e’ per me un uomo della Lega, ma un criminale che va giudicato come persona fisica. Non do la colpa a Salvini, ma quando Salvini dice che il Pd e’ responsabile io dico che siamo fuori dalla logica, siamo alla follia piu’ totale. Ecco perche’ dico abbassiamo i toni”.

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Su Macerata, pero’, si consuma anche l’ultima polemica con gli ex compagni di viaggio di Liberi e Uguali, che Renzi chiama “sinistra radicale”. Bersani e compagni lanciano l’appello a Paolo Gentiloni perche’ rimuova il divieto di manifestare nella citta’ sabato 10 febbraio. “Fascismo e antifascismo”, scrivono, “non possono essere messi sullo stesso piano”. Renzi si schiera invece con il sindaco che ha chiesto di non manifestare. Una scelta “responsabile”, spiega il segretario ricordando il raid fascista che porto’ alla morte di due ragazzi africani a Firenze, quando Renzi vestiva ancora la fascia tricolore. Quel tricolore che per il segretario e’ stato infangato dal momento in cui l’attentatore di Macerata lo ha indossato dopo aver sparato sui passanti. Quest’uomo deve essere giudicato e va detto con forza che il Tricolore non gli appartiene. Domani a Reggio Emilia i nostri volontari distribuiranno, nella citta’ del Tricolore, un Tricolore a tutti quelli che andranno ai banchetti”, annuncia definendo il gesto di Traini “un atto devastante da condannare, un atto di razzismo, non so valutare se si tratta di terrorismo, so che cosa ha fatto questo signore: ha sparato a sei ragazze e ragazzi suoi coetanei che avevano il colore della pelle diverso, ha poi sparato alla sede del Pd sparando ad altezza d’uomo”.

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E se negli studi televisivi il dibattito sui programmi e’ giustamente sacrificato a vantaggio del dibattito sulla recrudescenza fascista, Renzi mette mano alla seconda Enews settimanale – una ‘edizione straordinaria’ dopo quella consueta del lunedi’ – per fare il punto della situazione a 24 giorni dal voto. “Noi vogliamo arrivare primi. Punto. Vogliamo essere il primo partito, vogliamo essere il primo gruppo parlamentare”, prova a sintetizzare Renzi. Un traguardo che consentirebbe – quasi sicuramente – al Partito Democratico di ricevere l’incarico di formare il governo. L’ultima parola, tuttavia, spetta a Mattarella, come il segretario ripete in serata nello studio di Bianca Berlinguer: “Secondo me se non ci sono le condizioni” per formare un governo “e’ giusto tornare al voto. Il giorno dopo le elezioni sara’ il Presidente della Repubblica a fare le sue valutazioni. Se mi chiedono se voglio fare accordi con gli estremisti dico di no” ribadisce Renzi spiegando che per ‘estremisti’ si intende i Cinque Stelle. “Per quello che riguarda noi, ieri Berlusconi ha detto che si deve andare a votare in caso di impasse e per una volta siamo d’accordo”.

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