Renzi “lancia” Gori: M5s incompetenti orgogliosi

Renzi “lancia” Gori: M5s incompetenti orgogliosi
Matteo Renzi (s), Giorgio Gori, Carlo Calenda e Claudio Sala
15 gennaio 2018

Mette in guardia contro l’improvvisazione dei 5 stelle e il centrodestra sempre uguale a se stesso. Invita gli elettori a non avere rancore ma speranza quando andranno alle urne il prossimo 4 marzo, scrollandosi di dosso la paura, la rassegnazione, e tirando fuori l’orgoglio. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha attaccato gli schieramenti rivali alle politiche e alle regionali nel suo intervento a Milano per sostenere il candidato alla presidenza della Lombardia, Giorgio Gori, insieme al ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, e al sindaco, Giuseppe Sala. L’evento ha un titolo ambizioso: “Milano, Lombardia, Italia: obiettivo governo”. E, in effetti, come dice Calenda, “la Lombardia e’ l’avanguardia della battaglia che si sta combattendo in tutto l’Occidente”.”La battaglia che si fara’ in Lombardia – sottolinea – condizionera’ quello che succedera’ in Italia”. Le premesse non sono delle migliori per il centrosinistra a leggere i sondaggi ma il segretario dem invita a non prenderli per oro colato: “Gli editorialisti, i commentatori, hanno gia’ votato – dice – ma c’e’ un piccolo particolare, i cittadini non hanno ancora votato. E come voteranno dipendera’ dalla forza di ciascuno di noi di far prevalere la speranza alle ragioni del rancore. C’e’ bisogno di vincere noi e di scrollarsi di dosso la paura, di scendere in campo con il coltello tra i denti, dicendo che siamo orgogliosi di quanto fatto e di quanto faremo, dei nostri candidati e del fatto che vinceremo sulle idee”. Quanto agli avversari, il segretario dem e’ netto: i Cinque Stelle sono “l’incompetenza elevata a elemento di orgoglio”. Nel centrodestra “laddove c’era Fini, adesso c’e’ la Meloni, dove c’era Bossi in canotta adesso c’e’ Salvini in felpa e dove c’era Berlusconi, c’e’ Berlusconi”. Dunque l’invito del segretario agli elettori e’ “non credete a chi dice che e’ finito il tempo della politica e c’e’ spazio solo per i tecnici. Se si vogliono cambiare le cose c’e’ bisogno dell’impegno politico. Senza le competenze sbatti contro il muro”.

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Quanto al Pd, aggiunge Renzi, “vorrei che fosse capace di smuovere casa per casa ciascuno dei cittadini parlando con tutti, e non solo a una fetta della popolazione”. A rimarcare quanto fatto dal governo anche il ministro Calenda che rivolgendosi al leader del Pd archivia la parola ‘rottamazione’: “Noi, non siamo rottamatori, siamo grandi costruttori, siamo stati il ‘governo della costruzione’ e tu Matteo hai dato questa spinta”. Tanto e’ stato fatto e tanto si potra’ fare se il 4 marzo le urne premieranno le politiche del centrosinstra e i suoi candidati. Per Giorgio Gori sono scesi tutti in campo. E’ valido e lo dimostrera’. Matteo Renzi lancia “un messaggio agli avversari del centrodestra: occhio a sottovalutare Giorgio Gori. Lo avete fatto a Bergamo e avete visto come andata a finire”. “Prima di conoscerlo di persona – racconta – per me Giorgio Gori era quello di Fininvest, poi ci siamo incontrati e mi disse ‘vorrei restituire qualcosa al mio Paese’. Mi sono detto ‘questo e’ bravo, ha metodo e stile. Quindi iniziammo a lavorare insieme suscitando il panico, dicevano ‘vedete che Renzi e’ berlusconiano’. Invece Gori e’ molto piu’ di sinistra di me. Nel lavoro fatto insieme in lui ho scoperto grande caparbieta’ e capacita’”. Come lui la pensa il ministro Carlo Calenda che, interrotto piu’ volte dagli applausi della platea, con standing ovation finale, promette: “mi spendero’ per Gori e lo faro’ a maggior ragione anche contro un’idea identitaria e antropologica della sinistra per la quale se uno ha fatto il manager non puo’ essere di centrosinistra”.

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Le prossime sfide elettorali rappresentano “una battaglia difficilissima che il centrosinistra combatte controcorrente – osserva il ministro – E’ un momento storico di grande difficolta’ per chi ha proposte concrete e riformiste”. Calenda ha anche detto “il nostro candidato a Palazzo Chigi e’ il segretario del Pd, secondo delle regole giuste e moderne”. Quanto invece alla possibilita’ di un suo coinvolgimento, il ministro ribadisce che “il lavoro parlamentare non e’ un lavoro in cui credo di essere capace. Ma sono in prima linea. Non e’ che uno per fare politica deve per forza stare al Parlamento”.  Interviene anche Sala, per il quale adesso “bisogna andare avanti. Stiamo mettendo in campo non un ‘bla bla’ ma una grande capacita’”. “Gori – aggiunge – e’ una persona leale e onesta. Questo e’ il momento in cui ognuno deve mettere da parte le proprie ambizioni, la propria ragione e sentire il cuore. Io sto cercando di sentire il mio cuore, mi sento un fiero erede della tradizione della sinistra lombarda e milanese che ha fatto molto per questo Paese. E voglio che Gori diventi il presidente della Regione Lombardia. Dobbiamo andare a raccogliere un voto alla volta. Un tandem Sala-Gori non sarebbe male”. Il diretto interessato, Giorgio Gori, mostra ottimismo e realismo allo stesso tempo: “sono convinto che sara’ una partita molto combattuta e che vinceremo, ma di poco. Per questo tutti hanno una grande responsabilita’ – conclude – dobbiamo essere ambiziosi, abbiamo la possibilita’ dopo 23 anni di cambiare pagina. Ogni cittadino puo’ essere decisivo per convincere qualcun altro”. Lui punta tutto sul cambiamento: “La Lombardia si vanta, nella retorica di chi l’ha governata, di essere speciale; il mio avversario Attilio Fontana dice di andare avanti come fatto finora: io dico no. Dobbiamo cambiare marcia e dobbiamo essere driver di un’Italia competitiva”.

 

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