Renzi: M5s grida al complotto? Dimostri trasparenza. I grillini: follia pensarci coinvolti in fake news

Renzi: M5s grida al complotto? Dimostri trasparenza. I grillini: follia pensarci coinvolti in fake news
27 novembre 2017

“In questi giorni due articoli di grandi testate internazionali hanno posto il tema dell’inquinamento della campagna elettorale in Italia. Davanti alle prove del New York Times, il blog di Beppe Grillo ha reagito con il consueto stile gridando al complotto, ovviamente complotto ‘degli amici di Renzi’. Stanno messi male, non c’e’ dubbio”. Lo scrive Matteo Renzi sulla sua e-news. “Noi – continua il segretario del Pd – non gridiamo al lupo. O alla potenza straniera. Non evochiamo la Russia o Trump. Non proponiamo leggi nuove da approvare in fine legislatura. Non evochiamo nemici immaginari. Diciamo semplicemente a chi vive di bufale e propaganda sul web che ci siamo stancati di essere presi in giro. Il problema non e’ il viaggio in Lamborghini o la foto ritoccata: e’ l’idea che il web possa diventare territorio di conquista per i falsari. Questo e’ inaccettabile. E non lo permetteremo. Perche’ – spiega Renzi – il web e’ il luogo dove passano molto tempo i nostri figli e questa battaglia e’ per loro, non solo per la prossima campagna elettorale. Del resto abbiamo gia’ visto i danni che si possono fare sui vaccini o – notizia di ieri – sull’anoressia”. Il Movimento 5 stelle passa al contrattacco, dopo le accuse arrivate da Renzi sul fronte delle fake news. “Si parla di siti web sensazionalistici, a sostegno di una o l’altra forza politica, che riporterebbero i medesimi codici di Analytics e di Adsense. E non ci vuole un genio a capire che questi siti nascono spontaneamente”, e’ la tesi affidata a un post siglato M5s sul blog di Beppe Grillo.

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“Sul web ognuno, anche per mero scopo di guadagno attraverso la pubblicita’, chiuso nella sua stanza puo’ scegliere di aprire piu’ di una piattaforma e pubblicare quel che vuole. Ma cio’ non significa – chiariscono i 5 stelle – che ci debba essere un coinvolgimento della forza politica di riferimento”. “Se sono un tifoso di calcio e apro una pagina in cui diffondo notizie false sul Torino non significa che io sia a libro paga della Juventus. Anzi – rilanciano – e’ una follia solo pensarlo. Speriamo di esserci spiegati. E speriamo che il New York Times e Buzzfeed tornino finalmente ad occuparsi di vero giornalismo”. Nel coro della polemica c’è anche Giorgia Meloni. “Ricordate il personaggio di Corrado Guzzanti ‘Quelo il profeta’ famoso per la frase ‘la verita’ e’ dentro di te ma e’ sbagliata’? Ecco oggi scopriamo anche nel Pd c’e’ un Quelo: e’ Marco Carrai, noto alle cronache in quanto padrone della casa nella quale pare Renzi vivesse quando era sindaco di Firenze, oggi deus ex machina della Legge sulle fake news. Intervistato – dice la leader di FdI – afferma che sta lavorando a un ‘algoritmo verita” che distinguera’ le notizie vere da quelle false. Praticamente un guru, un santone che dira’ a noi poveri mortali cosa sia verita’ e cosa falsita’ in base ai suoi gusti. Un consiglio e un monito al Pd: attenzione perche’ se esistesse davvero un algoritmo della verita’ Renzi ‘Do Nascimento’ non potrebbe piu’ fare politica”, conclude.

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Tornando a Per Renzi, “la battaglia politica acquisisce invece piu’ significato dopo che e’ emerso uno strano rapporto che lega adepti del Movimento Cinque Stelle a sostenitori di Salvini. Rapporto anche economico? Non tocca a noi dirlo. A noi basta solo una riflessione: chi vuole inquinare il dibattito politico ci trovera’ fermamente dalla parte della verita’. Se gli altri partiti politici vogliono fare altrettanto non importa che gridino al complotto: basta che dimostrino la propria trasparenza. Sono in grado di farla? Me lo auguro, glielo auguro”. “Abbiamo gia’ pagato prezzi altissimi agli spacciatori di bufale per far finta di nulla ancora”, conclude Renzi, e ribadisce che “ogni quindici giorni il Pd presentera’ alla stampa un proprio report sull’argomento. Ci saranno numeri e fatti e ognuno si fara’ una propria opinione. Nessuno di noi evoca Russiagate, nessuno di noi chiede leggi per la censura, nessuno di noi fa soldi sul web. Tutti noi chiediamo semplicemente di difendere la liberta’ degli elettori e dei nostri figli: semplice, no?”.

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