Renzi-Napolitano, la coppia scoppia

Renzi-Napolitano, la coppia scoppia
Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano e l'ex premier, Matteo Renzi
20 ottobre 2017

Un amore trasformatosi in odio. Si potrebbe sintetizzare così oggi il rapporto tra Giorgio Napolitano e Matteo Renzi. Tre anni di reciproca collaborazione, il primo al Colle, il secondo a Palazzo Chigi. La scintilla scoppia con un tweet dello stesso ex premier: “Lancio l’hashtag Enrico Stai Sereno”. Segno che sotto qualcosa stava covando. Infatti, un mese dopo – e siamo a febbraio 2014 – Renzi toglie la poltrona a Enrico Letta, divenendo presidente del Consiglio. Nomina ben sponsorizzata dal presidente emerito della Repubblica, come oramai riporta la storia. Da allora, per la coppia Napolitano-Renzi, inizia la luna di miele. Tre anni di vita di comune accordo. Anche se, come lo stesso Renzi ha scritto nel suo libro ‘Avanti’, “ho sempre pensato che mi guardasse con bonario sospetto”. Ma per un comunista ‘doc’, il sospetto è nel dna. Una delle prime consistenti botte che subisce il rapporto, sono le elezioni anticipate, più volte richieste dall’ex sindaco di Firenze. Volontà puntualmente disattesa da Napolitanto, a tal punto che i maligni pensano che sia stato proprio il presidente emerito a sbarrare la strada renziana. Non solo. Ma a memoria d’uomo, forse è stata allora la prima volta che ‘Re Giorgio’ si è lasciato scappare di dire che “nei paesi civili si fa così”, come se fosse da incivili ricorrere al voto anticipato. Cosa che lui, tra l’altro, ha fatto nel 2018. Certo, per rispetto istituzionale, Napolitano avrebbe dovuto evitare una simile dichiarazione non essendoci lui al Colle, ma Sergio Mattarella. Ma questa è altra storia. Poco più di un anno fa, per la coppia inizia la crisi (politica). E negli ultimi giorni, il rapporto ha raggiunto il picco massimo della frattura. Attaccando Ignazio Visco, per dirne una, Renzi ha consumato non solo un altro regolamento dei conti interno ai Dem, ma ha segnato un ulteriore punto di distanza contro l’ex presidente della Repubblica (di cui Visco è un pupillo e che lo ha voluto dopo Draghi). Nelle ultime ore, tuttavia, si ha l’impressione che Renzi abbia capito di ritrovarsi sempre più solo, dopo aver lanciato il siluro su Bankitalia. Non a caso ha iniziato a gettare acqua sul fuoco. “Se Gentiloni e Mattarella confermeranno Visco a Bankitalia non sara’ una sconfitta per me – ha detto il segretario Pd -. Io non ho fatto un discorso di nomi”. Appare inutile ricordare a un ex premier che la Banca d’Italia ha un solo governatore, quindi un solo ‘capo’. Un attacco, quello dell’ex premier al governatore di Bankitalia, definito “deplorevole” dallo stesso Napolitano, pronto a togliersi dalle scarpe un altro sassolino quando interverrà al Senato, in occasione del voto sul ‘Rosatellum bis’, ben voluto da Renzi. “E’ cio’ che intendo fare” ha ribadito più volte Napolitano. Come dire, il mio intervento non passerà inosservato. Renzi sembra essersi infilato in cul de sac. Le banche, a quanto parte, all’ex premier non portano fortuna.

 

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