Renzi prepara lo sprint finale, tre settimane per legge elettorale. Oggi prevista sentenza Consulta

Renzi prepara lo sprint finale, tre settimane per legge elettorale. Oggi prevista sentenza Consulta
25 gennaio 2017

Bastano tre settimane a correggere la legge elettorale. Nelle ore in cui la Corte Costituzionale è riunita per decidere dell’Italicum, i renziani insistono sul fattore tempo come un mantra. L’obiettivo resta il voto a giugno. Ma il timore è che la Consulta consegni al Parlamento un testo difficile da armonizzare con quello del Senato. E che ne approfitti la numerosa pattuglia di parlamentari, anche della maggioranza Pd, che vogliono arrivare a fine legislatura. Matteo Renzi trascorre la giornata nel suo ufficio al Nazareno, dove fa il punto con i vertici del partito anche in vista dell’assemblea degli amministratori locali dove interverrà sabato alle 18. Il Pd, ribadisce da mesi, non ha paura della sfida delle urne. Anzi. Tanto che qualche parlamentare Dem non solo si spinge a ipotizzare il voto aprile ma anche a ventilare come extrema ratio un’ipotesi difficilmente praticabile: se in Parlamento emergesse la tentazione di impedire il varo della legge elettorale per rinviare le urne, si potrebbe votare con le due leggi scritte dalla Consulta per Camera e Senato, così come sono.

SENTENZA CONSULTA Vediamo – è il ragionamento – se M5s e Lega vogliono votare presto come dicono. Ma è un’altra la partita che si aprirà dopo la sentenza della Consulta sulla legge elettorale, attesa intorno all’ora di pranzo di oggi. Da quel momento entrerà nel vivo il confronto con gli altri partiti, già iniziato sottotraccia nelle scorse settimane, per creare un sistema coerente di voto. Il Pd ripartirà dalla sua proposta del Mattarellum. “Maggioritario tutta la vita”, afferma il deputato Dem Matteo Richetti, che difende un sistema iper-maggioritario come l’Italicum ed esprime qualche dubbio sulla ricetta prodiana del ritorno all’Ulivo (“Non credo sia la strada giusta”). Ma la pronuncia della Consulta potrebbe più probabilmente spingere verso un impianto ben più proporzionale. In ogni caso, sottolinea lo stesso Richetti, una legge si può fare “in tre settimane”. L’ipotesi prevalente nei rumors parlamentari è che la Consulta bocci il ballottaggio e le pluricandidature, rendendo l’Italicum un sistema proporzionale con i capilista bloccati.

Leggi anche:
La questione delle classi scolastiche italiane: integrazione o separazione?

 LA POLTRONA VUOTA Un dettaglio, quest’ultimo, che tiene banco nelle conversazioni da transatlantico, perché decisivo per le candidature. Se i capilista fossero scelti dai partiti, osservano dalla minoranza, Renzi avrebbe un sostanziale controllo delle caselle più importanti e allora il tentativo sarà sfidarlo alle primarie con il nome che faccia conquistare “il piu’ largo consenso” nei gazebo, anche per avere voce in capitolo sulle liste. Ma i tasselli da incastrare nelle prossime settimane per arrivare all’obiettivo di un sistema di voto coerente, sono numerosi. Tra gli altri, resta cruciale il ruolo di presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, lasciato vacante da Anna Finocchiaro. Ma una scelta, spiegano dalla maggioranza Pd, si farà a questo punto solo dopo aver capito se la pronuncia della Consulta richiederà un gran lavoro parlamentare o saranno sufficienti piccole correzioni. Nel secondo caso, afferma qualcuno, si potrebbe anche decidere di lasciare la presidenza alla candidata della minoranza Doris Lo Moro. Ma l’ipotesi appare al momento del tutto residuale.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti