Renzi rilancia la campagna referendaria: “Ponte sullo Stretto e 100 mila posti di lavoro”. Le opposizioni: “E’ diventato Divino Otelma”

Renzi rilancia la campagna referendaria: “Ponte sullo Stretto e 100 mila posti di lavoro”. Le opposizioni: “E’ diventato Divino Otelma”
27 settembre 2016

di Maurizio Balistreri

Sul Ponte sullo stretto di Messina “noi siamo pronti, noi ci siamo”. Gioca a rialzo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo alla celebrazione per 110 anni della Salini-Impregilo alla Triennale di Milano. “Dobbiamo completare il collegamento tra Napoli e Palermo – ha detto il premier – togliere la Calabria dall’isolamento e rendere la Sicilia più vicina creando centomila posti di lavoro”. In sostanza, Renzi “sfida” gli imprenditori sul Ponte sullo Stretto di Messina: “Noi siamo pronti: abbiamo dimostrato che poche cosa ci fanno paura. Se voi siete in grado di portare le carte e sistemare ciò che è fermo da dieci anni, noi lo sblocchiamo”. La realizzazione dell’opera può creare “centomila posti di lavoro” secondo il premier, affermando che “finite le riforme, si può tornare a progettare il futuro”. “Quello che chiedo a voi è che, finita la parte delle riforme, si possa tornare a progettare il futuro – ha aggiunto Renzi rivolgendosi agli imprenditori -. Bisogna sbloccare i cantieri e serve la banda larga perché la rete di domani non sarà una diga in Italia né l’autostrada del Sole, ma la banda larga, la gigabyte society, la velocità”. “Bisogna poi continuare le grandi opere – ha scandito – dalla Bari-Lecce alla Napoli-Palermo, con il Ponte sullo Stretto, in un’operazione che sia utile, crei posti di lavoro e ci metta nelle condizioni di togliere l’isolamento della Calabria e avere la Sicilia più vicina”. “Noi siamo pronti”, ha detto citando anche la Variante di Valico ed il Terzo valico tra Liguria e Piemonte. Ben accolta, ovviamente, la sfida lanciata dal premier da parte degli imprenditori. l Ponte sullo Stretto potrebbe essere pronto in sei anni “se si potesse iniziare domattina”, ha affermato Pietro Salini, a.d. di Salini Impregilo, rimarcando che “noi siamo sempre pronti, vanno riprese le discussioni con le Ferrovie e con l’Anas, che sono gli stakeholders del progetto, poi dovremmo preoccuparci di vedere la fattibilita’ finanziaria. “Si tratta di un’opera gia’ in concessione – ha ricordato Salini – il consorzio e’ sempre quello e noi abbiamo il 40%; va trovato il modo di rendere la spesa meno impattante sui conti dello Stato”. Secondo Salini “se creiamo le condizioni per investire dovremmo riuscire a mobilitare la finanza necessaria e a quel punto il ponte lo possiamo costruire con i soldi degli altri”.

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Inevitabili le reazioni a meno di quarantott’ore dall’annuncia della data del referendum. “Il Presidente del Consiglio Renzi con l’ennesima sparata sul Ponte sullo Stretto ha inaugurato la campagna referendaria. Da qui al 4 dicembre ne vedremo delle belle”, ha affermato il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto. Come dire, “non potendo convincere gli italiani sulla bontà dello stravolgimento della nostra Carta Costituzionale Renzi non farà altro che moltiplicare le promesse. Oggi il Ponte domani chissa’”. L’esponente di SI ha sottolineato che “vorrei ricordare a Renzi che questa opera mai iniziata è già costata ai contribuenti italiani parecchi soldi. Il tutto senza nemmeno una pietra posata, prosegue il capogruppo di Sinistra Italiana”. Per il deputato di Possibile, Pippo Civati, “è evidente che l’annuncio del premier Renzi circa il ponte sullo stretto e i centomila posti di lavoro che ne seguiranno, rappresenti un sincero tributo per gli 80 anni del suo padre spirituale Silvio Berlusconi: nei toni, nelle parole e nelle contraddizioni”.

“Renzi é diventato come il Divino Otelma, dopo avere criticato per anni il vecchio sistema. Pur di tentare di vincere il referendum, sarebbe disposto ad annunciare l’impossibile. Lo afferma, in una dichiarazione, la deputata di Forza Italia Jole Santelli. “Un Premier che dice bugie così evidenti – ha proseguito Santelli – al punto di tentare di negare che il Senato che lui vuole sarebbe composto da consiglieri regionali, dando loro quella immunità che ora non hanno. L’Italia di Renzi in 30 mesi, pur con condizioni favorevoli, è cresciuta zero e l’occupazione è rimasta stagnante nonostante il Jobs act. Il Sud langue e la presenza di immigrati supera qualsiasi precedente. Renzi in Europa non viene nemmeno invitato dopo che ha svolto alla lettera i compitini affidatigli. Siamo al parossismo assoluto – ha concluso l’esponente azzurra -. Ora parla del Ponte, ma la sua maggioranza non glielo farebbe fare mai. È stato lui a trasformare questo referendum in fatto personale e oggi che è alla frutta cerca di fare ‘il Mago Otelma de noantri'”. Ap coglie la palla in balzo e rilancia. “La legge per sbloccare la realizzazione del Ponte sullo Stretto sia inserita nel calendario della Camera dei prossimi tre mesi”. E così Area popolare presentera’ la proposta alla capigruppo di giovedi’ prossimo. In campo anche i Cinquestelle.  “Dopo il no alle Olimpiadi Renzi è corso ai ripari. ‘Avanti con il ponte sullo stretto!’. Evidentemente negli ultimi 4 giorni ha ricevuto troppe telefonate di costruttori incazzati – scrive su Facebook il parlamentareAlessandro Di Battista -. Anche oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma su chi sono i datori di lavoro del Presidente del Consiglio. #IoDicoNo”.

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“L’idea di Renzi di considerare il ponte sullo Stretto la priorità dell’Italia è una presa in giro per la Lombardia e per il Nord, prima ancora che una semplice follia”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. “Condivido le parole di Luca Zaia: ‘investimenti imponenti come quello necessario alla realizzazione del Ponte vanno meglio utilizzati per creare occupazione, infrastrutture davvero utili che attendono da anni, come il completamento dell’alta velocità ferroviaria Milano-Venezia su un tracciato dove ancora si viaggia su linee promiscue e di antica concezione'”. “Il Ponte sullo Stretto? Se ci sono i soldi si fa, non sarà certo la Regione a mettersi di traverso – ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta -. Il nodo della questione – ha aggiunto – non può essere ideologico come fa l’amministrazione comunale di Messina, ‘Ponte si Ponte no’: oggi ci sono le tecnologie per realizzare un progetto in grado di rispettare l’ambiente”. “Gli aspetti da valutare sono relativi alla funzionalità, alla bellezza e all’impatto ambientale: dire pregiudizialmente ‘no’ è sbagliato. Mi pare evidente – ha concluso Crocetta – che sarà necessario pensare a un bando di gara internazionale per reperire le risorse necessarie. Ripeto, se ci saranno i soldi, il progetto si farà, prima di tutto bisogna trovare i soldi”. Dal suo blog arriva anche la chiosa di Beppe Grillo. “Il Menomato Morale oggi ha detto che è pronto ad aprire i cordoni della borsa (di soldi pubblici dei cittadini) per far ripartire il progetto del Ponte sullo Stretto, un’opera costosissima, inutile e in piena zona sismica – ha scritto -. M5S è riuscito, grazie a Virginia Raggi, a bloccare le irresponsabili Olimpiadi del 2024 a Roma, ma non siamo ancora riusciti a frenare gli appetiti malsani di chi vuole fare a tutti i costi grandi opere inutili con i soldi dei cittadini”.

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