Rete idriche colabrodo, in Senato il ddl Vicari: “Progetti e incentivi”

Rete idriche colabrodo, in Senato il ddl Vicari: “Progetti e incentivi”
La senatrice (Ap) Simona Vicari
20 ottobre 2017

Rete idriche colabrodo. Una delle annose questioni italiane che oltre a far disperdere un prezioso patrimonio, qual è l’acqua, rende sempre più gravose le bollette degli italiani. Da qui un disegno di legge, già presentato in Senato dalla parlamentare Simona Vicari (Ap), e che riporta “un programma straordinario di intervento per la riqualificazione delle infrastrutture idriche sul territorio nazionale che, nel 2017, ha evidenziato un deficit di acqua calcolato in 20 miliardi di metri cubi, pari a quella contenuta nel lago di Como”. Per la Vicari, “siamo di fronte, specialmente in alcune regioni, prima fra tutte la Sicilia, ad una vera e propria emergenza che incide direttamente sulla vita dei nostri cittadini, privandoli del bene più necessario: l’acqua”. Nel nostro Paese  – ricorda la stessa senatrice – vengono prodotti circa 136 milioni di metri cubi di acqua sottraendo sale alle acque salmastre. “L’acqua viene resa potabile oppure viene riutilizzata per fini industriali – puntella la Vicari -. Si tratta di un tipo di soluzione praticata solo in poche regioni. Il 92,5% dell’acqua prodotta dagli impianti di desalinizzazione viene recuperata in Sicilia e la restante parte in Toscana e in Liguria. Ci sono soluzioni che consentono di riutilizzare l’acqua depurando quelle reflue, come tecnologie idrobiologiche capaci di ridurre il carico di patogeni e inquinanti nelle acque”.

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E traccia tre percorsi per raggiungere questo obiettivo. “Il primo – afferma la Vicari – è quello di un iperammortamento che prevede per gli investimenti in beni e tecnologie volti a garantire il riuso integrale dell’acqua utilizzata nei processi produttivi il costo di acquisizione maggiorato del 150 per cento; il secondo, per favorire investimenti sull’uso razionale dell’acqua, che prevede l’estensione delle agevolazioni stanziate nella ‘Nuova Sabatini’ con concessione di finanziamenti – che possono essere coperti fino all’80%, alle micro, piccole e medie imprese – per sostenere gli investimenti e in un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico; infine il terzo che estende i vantaggi dello schema Ecobonus agli interventi di miglioramento l’efficienza idrica delle abitazioni private prevedendo una detrazione dall’imposta lorda del 55% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo di 20.000 euro e fino a 80.000 euro nel caso di installazione di impianti di depurazione, sistemi di raccolta e utilizzo dell’acqua piovana”. A questo punto, “è necessario intervenire al più presto, stante la ormai cronica crisi di risorse idriche che penalizza, soprattutto, la Sicilia e la sua economia”. “Bisogna ridare a tutti questi cittadini la possibilità di vivere in un Paese civile”, conclude la Vicari.

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