Ricordi a tinte Pop nei paesaggi di Gino Tardivo

Osaka 2015 - olio su tela tecnica spatola
15 giugno 2018

L’artista di cui mi appresto a parlarvi oggi non rientra in uno schema specifico, bensì rompe i confini del determinato e ne crea di propri. Il suo approccio alla pittura giunge in età già adulta, dopo l’incontro a Venezia con i maestri Vittorio Viviani, Aldo Bergamini e Angelo De Riz che gli permettono di perfezionarsi nella tecnica dell’olio su tela la quale resta quella attraverso la quale Tardivo riesce a esprimere al meglio il proprio estro creativo. Inizialmente classico nello stile paesaggistico, negli ultimi anni tende a elaborare un linguaggio decisamente personale in cui mescola la memoria del passato, la bellezza dei panorami che vedeva fin da ragazzo, alle tinte forti e quasi psichedeliche che non possono non ricordare la Pop Art dei celeberrimi multipli di Andy Warhol. Ma non si ferma qui Gino Tardivo perché l’imperativo assoluto del suo fare arte è la sperimentazione, quella che lo induce a usare l’olio su tela attraverso la complicata tecnica del bagnato su bagnato – dove si stende il colore sopra il precedente strato non ancora asciutto esigendo perciò una particolare attenzione affinché i due livelli di tonalità non si mescolino troppo – molto cara ai pittori impressionisti. I suoi dipinti sono ricchi di espressività, di emozioni manifestate con un sentire che trascende l’immagine così come l’occhio è abituato a riceverla, come la vede nella realtà quotidiana; Tardivo la pone in una dimensione differente, più elevata, più simile all’intensità che il ricordo assume dentro la sua interiorità che non allo scatto fotografico che lo sguardo aveva colto. Dunque i colori appaiono irreali, legati a un mondo sognante e sospeso tra passato e immaginazione, tra oggettività e punto di vista assolutamente personale, quello che in fondo filtra ognuna delle emozioni che viviamo e che si modificano nel momento esatto in cui andiamo a ricordarle. Nell’opera Giochi Innocenti per esempio,

Giochi innocenti – gesso e acrilico su tela

il color seppia dell’immagine descrive un tempo che fu, un luogo indefinito in cui l’artista rievoca forse un momento perduto in cui si rivede bambino, sospeso tra la memoria del luogo in cui ha vissuto la sua infanzia e l’affetto verso un se stesso che non c’è più, insieme a chi quell’infanzia l’ha vissuta insieme a lui. Esistono poi dipinti che appartengono a un gruppo più grande, come quello di Arti e Mestieri Antichi e Borghi più belli d’Italia, in cui racconta di frammenti, di scorci, di piccoli dettagli che non possono non riportare alla mente profumi e sapori di una volta, come nell’opera Il portapane,

Il portapane – gesso e acrilico su tela

che chiunque abbia avuto la fortuna di vivere in un piccolo paese della nostra bella penisola ha visto, ha salutato, ha pagato con le vecchie lire, quel personaggio che diventava protagonista della piccola comunità; oppure in Ruderi, in cui descrive una casa diroccata di Polcenigo, piccolo borgo in provincia di Pordenone, attraverso una lente cromatica romantica che tende al rosa, quasi come se la tonalità tenue servisse a evidenziare la nostalgia che quell’edificio ha evocato nell’emotività di Gino Tardivo nel  momento in cui lo stava osservando. In questi lavori in particolare l’artista si esprime al meglio utilizzando una tecnica diversa, quella del gesso misto all’acrilico, confermando quanto per lui sia importante non solo il soggetto che viene ritratto bensì anche la modalità scelta per raffigurarlo. L’atto creativo dunque non si limita alla manifestazione dell’interiorità, del sentire, che poi viene impresso sulla tela, bensì si estende anche alla ricerca del mezzo migliore per narrare, della tecnica più affine all’emozione che desidera trasmettere e con cui sceglie di comunicare all’osservatore che potrà ammirare l’opera nella sua completezza, inconsapevole di quanto si nasconda dietro un’immagine che in quel momento sta semplicemente toccando le sue corde più profonde.

La sua evoluzione e il suo animo curioso lo portano a misurarsi con se stesso e continuare a studiare per perfezionare la tecnica e scoprire nuovi mezzi espressivi; frequenta infatti stage in tutto il mondo, in particolare a Boston, città degli Stati Uniti alla quale si sente particolarmente legato, ma anche in Giappone, viaggio che gli ha permesso di realizzare la bellissima opera Osaka 2015,

Osaka 2015 – olio su tela tecnica spatola

che appartiene però a un periodo creativo precedente, più classico, più vicino al ben noto Divisionismo di Segantini, realizzato qui con tocchi leggeri di spatola, ma che regala al dipinto quella magia indiscussa che mette la protagonista al di fuori dello spazio in cui è collocata, come la regina di un mondo magico che è ai suoi piedi e la rende protagonista.

Gino Tardivo ha fondato nel 2011 il Gruppo Storico Poesipittura che è anche un nuovo movimento artistico; attualmente vive e opera in Germania, a Mannheim, dove ha uno studio denominato La Cantina. Un artista in continua evoluzione che affascina con i suoi dipinti e coinvolge le emozioni attraverso le sue tinte Pop.

 

Gino Tardivo – Contatti

Email: ginotardivo554@yahoo.com

Facebook: https://www.facebook.com/gino.tardivo

Gruppo Facebook: Studio La Cantina Manheim Pocenigo

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