Rifiutò aiuto, clochard morto a Milano. Ancora 200 fuori da ricoveri

Rifiutò aiuto, clochard morto a Milano. Ancora 200 fuori da ricoveri
28 febbraio 2018

Aveva problemi di alcolismo Massimiliano R., ed era noto ai servizi sociali del Comune perche’ era uno di quelli che rifiutava l’aiuto delle unita’ mobili di soccorso. Questo il quadro che si delinea del 47enne morto questa notte a Milano per arresto cardiaco a causa con tutta probabilita’ del freddo. Il comune sta cercando di mettersi in contatto con la famiglia, ma non e’ ancora confermato se avesse dei figli. Risale a piu’ di due anni fa la morte dell’ultimo clochard morto di freddo a Milano, mentre altri due sono deceduti in questa stagione ma per problemi non legati alle temperature. Secondo quanto riferito l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, la maggior parte delle sue relazioni era proprio tra i senza tetto della zona della Stazione Centrale. Proprio in quella zona si trova la maggior parte dei cosiddetti “irriducibili”, coloro che anche nelle condizioni piu’ rigide non vanno a dormire nei ricoveri del comune. Se infatti il gruppo di senza tetto che gravitano intorno al Duomo sono entrati nel sistema di accoglienza, i 38 della zona intorno a piazza Duca D’Aosta non lo hanno ancora fatto. In tutto, dai dati forniti oggi dal comune di Milano, sarebbero tra le 200 e le 350 le persone rimaste fuori.

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Mentre sono 2700 i posti disponibili di cui 2400 gia’ occupati. Ventitre’ e diversificate le strutture organizzate e tra queste, la piu’ nota, la casa Enzo Jannacci e il mezzanino in stazione Centrale. Di recente si sono aggiunti anche l’ospedale Niguarda, che ha attivato 40 postazioni per i clochard della zona e il centro anziani di via Sammartini, oltre ad un centro in via Aldini e uno al Palasharp. “La meta’ delle persone a cui diamo ricovero – ha aggiunto Majorino – viene solo nella stagione fredda a Milano. Questo apre una riflessione sul fatto che tutti i comuni dovrebbero dotarsi di un piano freddo come lo abbiamo noi”. Stando ai dati forniti tra gli ospitati il 72 per cento sono stranieri e il 28 italiani. In alcune strutture sono previsti anche rifugi per i cani con cui spesso i clochard si accompagnano. “Siamo decisi a proseguire con decisione l’attivita’ di sostegno e aiuto insieme a protezione civile, polizia locale e associazioni del terzo settore. Per noi tutti oggi e’ una giornata molto triste” ha concluso Majorino.

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