Riforma agraria, è scontro Usa-Sudafrica. Pretoria convoca ambasciatore dopo attacco di Trump

Riforma agraria, è scontro Usa-Sudafrica. Pretoria convoca ambasciatore dopo attacco di Trump
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
24 agosto 2018

Il governo sudafricano ha convocato l’incaricato d’affari dell’ambasciata Usa, Jessye Lapenn, per protestare contro il tweet di Donald Trump sulla riforma agraria approvata a febbraio da Pretoria. A scatenare la reazione diplomatica e’ stato un tweet in cui il presidente Usa annunciava di aver ordinato al Dipartimento di Stato un approfondimento sulla “confisca di terreni e fattorie a e l’uccisione su larga scala di agricoltori” nel Paese. Trump ha fatto riferimento a un servizio dell’emittente conservatrice Usa, FoxNews, sull’intenzione di Pretoria di cambiare la costituzione per velocizzare l’esproprio di terre senza compensazioni per correggere gli squilibri razziali.

Il timore di molti osservatori e’ che la riforma agraria sudafricana riprenda quella disastrosa introdotta nel 2000 in Zimbabwe da Robert Mugabe che avallo’ le espropriazioni delle terre dei bianchi. Il ministro degli Esteri del Sudafrica, Lindiwe Sisulu, ha affermato che le parole di Trump sono “infelici” e “frutto di cattiva informazione”. “E’ spiacevole che il tweet sia basato su informazioni false”, ha detto il capo della diplomazia di Pretoria, preannunciando la convocazione del diplomatico Usa “per chiarire la questione” In precedenza il governo di Pretoria aveva “respinto totalmente” la visione ristretta di Trump che, ha scritto in una nota, “punta solo a dividere la nostra nazione e ci ricorda il nostro passato coloniale”.

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“Il Sudafrica accelerera’ il percorso della riforma agraria in un modo attento ed inclusivo che non divida la nostra nazione”, ha assicurato l’esecutivo. In vista delle elezioni nel 2019, il nuovo presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha promesso di riparare a quella che ha definito come “la grave ingiustizia storica” che a 24 anni dalla fine dell’apartheid vede ancora i bianchi (8% della popolazione) “possedere il 72% delle fattorie”, mentre i neri, che sono i quattro quinti della popolazione, ne detengono “solo il 4%”.

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