Riforme, Renzi vede il Papa e Napolitano

4 aprile 2014

Matteo Renzi torna da Londra e dopo la visita della regina Elisabetta a Roma incontra il presidente della Repubblica e Papa Francesco. Giorgio Napolitano lo ha ricevuto stamattina al Quirinale. Durante l’incontro sono stati esaminati l’iter del progetto di riforma costituzionale e il Def, il Documento di economia e finanza, in arrivo martedì. Renzi ha riferito al Capo dello Stato anche sui colloqui avuti con il primo ministro britannico David Cameron. Il presidente del Consiglio ha assicurato che ci sara nno le coperture per garantire gli 80 euro in busta paga, come promesso dagli inizi del suo mandato. Per i dettagli e le fasce di reddito che godranno dell’agevolazione bisognerà attendere il Consiglio dei ministri la prossima settimana. Mentre la riforma Delrio di riordino delle province è diventata legge dello Stato. Tra mille polemiche, che crescono fomentate anche dal dibattito sul nuovo Senato delle autonomie.

E in Forza Italia i mal di pancia si fanno sempre più forti. “Con Renzi sta succedendo esattamente quello che è successo con Monti. Berlusconi con grande generosità appoggiò il governo Monti, il governo Monti distrusse l’Italia, quando Berlusconi se ne accorse fece cadere il governo Monti, con grandi risultati positivi per l’Italia e anche per il nostro partito”, così Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera, oggi a “Mix 24”, su Radio 24. Oggetto del malumore di Brunetta sono proprio le riforme messe in campo in questi giorni dal governo come un “rullo compressore”, secondo la definizione usata da Renzi intervistato da Lilli Gruber. “Sulle riforme noi manteniamo gli impegni – ha aggiunto Brunetta – è Renzi che non li mantiene. Faccio alcuni esempi. La riforma elettorale? E’ stata approvata, con modifiche rispetto agli accordi originali, alla Camera il 12 marzo. Da tre settimane è bloccata, insabbiata al Senato, non è stata neanche assegnata alla Commissione Affari Costituzionali, e se tutto andrà come dichiarato dalla Boschi rimarrà insabbiata ancora alcuni mesi”. Poi sulla riforma del Senato approvata dal Consiglio dei ministri lunedì scorso: “Un testo non esiste ancora, e quella riforma non è stata ancora trasmessa al Senato. E’ stata oggetto di critiche feroci da destra e sinistra, si presenta come un colabrodo scritto con i piedi, il risultato è che quella riforma non esiste”. E sul riordino delle province: “Un imbroglio. Non si cancellano le province, le province rimangono, i costi rimangono, si aumenta di oltre 20 mila il numero dei consiglieri comunali e degli assessori, a fronte di una eliminazione di 3 mila consiglieri provinciali, presidenti di provincia, eccetera”.

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La responsabile delle Riforme del governo, Maria Elena Boschi, invece parla di una situazione di immobilismo che è ora di scalzare. “Io temo una cosa sola e cioè che in questi trent’anni, le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma che oggi invece non è più rinviabile per il nostro Paese”, ha detto la ministra riferendosi all’appello firmato da Rodotà e Zagrebelsky per bloccare la modifica costituzionale del Senato.  Altro capitolo scottante è quello del Jobs Act. Il disegno di legge con le deleghe al governo è arrivato oggi proprio nell’Aula di Palazzo Madama. Dopo l’approvazione del decreto Poletti sui contratti a termine e l’apprendistato, il disegno di legge delega interviene in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché sul riordino dei rapporti di lavoro e sul sostegno alla maternità e alla conciliazione.  La battaglia riformista del premier si gioca su più fronti. Ad attenderlo ci saranno giornate caldissime di scontro politico. Oggi intanto vede il Papa. Renzi è atteso in Vaticano. Verrà ricevuto da Francesco a Santa Marta. Si tratta di una visita strettamente privata. Bergoglio incontrerà il presidente del Consiglio e la sua famiglia. L’appuntamento, chiesto dal premier, non figura nemmeno nell’agenda ufficiale del Pontefice per la giornata di oggi. Anche l’orario viene avvolto da uno strettissimo riserbo. (Il Tempo)

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