Nuovo rinvio legge elettorale, Pd sempre più isolato

Nuovo rinvio legge elettorale, Pd sempre più isolato
8 settembre 2017

Nuovo rinvio sulla legge elettorale. Se ne riparlera’ martedi’ prossimo. A chiedere un ulteriore slittamento dei tempi e’ il Pd, alla luce delle “mutate condizioni” politiche, dopo che il Movimento 5 stelle si e’ di fatto sfilato da ogni confronto sul modello alla tedesca finche’ non venga approvata in via definitiva al Senato la legge sull’abolizione dei vitalizi. E si sono invece aggiunte altre forze – tra cui Mdp, Sinistra italiana e seppur con determinati paletti anche Ap – a sostegno del ‘Fianum, il testo approdato lo scorso giugno in Aula e frutto dell’accordo a 4 tra Pd, M5S, FI e Lega, poi naufragato sotto i colpi dei franchi tiratori in una votazione a scrutinio segreto che ha modificato la legge del Trentino Alto Adige, facendo infuriare Svp e mettendo a rischio l’accordo politico-elettorale con i dem, nonche’ la tenuta della stessa maggioranza al Senato, essendo dirimenti i voti delle Autonomie a palazzo Madama, tanto piu’ in vista del voto sulla Nota di variazione, che richiede la maggioranza assoluta, e della successiva legge di Bilancio. Proprio Svp ha avvertito Pd e governo: quel voto “resta inaccettabile”. E quindi se si dovesse proseguire sulla stessa strada per Svp cio’ “minerebbe la base della nostra collaborazione con l’attuale maggioranza”. Il calendario dei lavori della commissione Affari costituzionali della Camera, dunque, dopo il rinvio chiesto dal Pd per verificare in una riunione dei vertici del gruppo le nuove condizioni che si sono create, sara’ deciso martedi’ prossimo dall’ufficio di presidenza convocato per le 14.

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Il giorno dopo si riunira’ invece la conferenza dei capigruppo, per stilare il calendario dei lavori dell’Aula di settembre, e non e’ affatto escluso che in quella sede si decidera’ un ulteriore slittamento dell’approdo in Aula della legge elettorale, attualmente previsto entro fine mese. Il rinvio, spiega Emanuele Fiano, serve al Pd per decidere se ci sono le condizioni per riprendere i fili del dialogo. Il relatore sottolinea infatti che “il calendario dei lavori, eventuali date di approvazione di un testo base, e la presentazione di emendamenti” saranno stabiliti solo “qualora la scelta sia quella di andare avanti nonostante le mutate condizioni”. Per il presidente della commissione, Andrea Mazziotti, “e’ ovvio che le decisioni” che assumera’ “il Pd saranno dirimenti per il percorso della legge elettorale”. Il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che ha convocato sempre per martedi’ prossimo una riunione delle forze di centrodestra per definire una proposta e linea unitaria, avverte: “se il rinvio fosse espressione di volonta’ dilatoria, tesa a perdere tempo e far saltare tutto, quello dei dem sarebbe un comportamento grave”. Mdp registra con favore la convergenza dei vari gruppi a ripartire dal tedesco, spiega Alfredo D’Attorre, secondo il quale “evidentemente ci si e’ resi conto che o si riparte da li’ o non se ne fa nulla”.

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Un timore che accomuna la minoranza dem, che chiede un segnale concreto al partito: “Il Pd deve fare tutto il possibile per fare una nuova legge elettorale”, sostiene Andrea Giorgis. La Lega, con Giancarlo Giorgetti, apre a varie possibilita’: ok al Mattarellum, al Rosatellum o al tedesco com’era a giugno. No a ad un ‘tedesco’ annacquato, ammorbidendo di fatto la linea. Infine, i 5 Stelle riconsegnano il cerino nelle mani del Pd: “Sono inaffidabili”, dicono i pentastellati, che tornano a dettare le condizioni: “Approviamo subito la legge sui vitalizi e solo dopo sara’ possibile parlare di legge elettorale”. Il nodo, pero’, e’ tutto politico, come osservano diverse fonti, e il problema e’ che ai livelli alti delle principali forze (Pd e M5S in primis) non c’e’ traccia di una possibile intesa, tanto piu’ se il Pd dovesse continuare a porre la condizione che ogni accordo deve essere siglato anche dai 5 Stelle, che pero’ al momento si sono sfilati. Il punto viene colto dal presidente Mazziotti: “E’ ora di finirla coi giochetti sulla legge elettorale. Se il M5S si sfila, il Pd dovrebbe assumersi la responsabilita’ di andare avanti ugualmente”. Ma nel Pd c’e’ chi resta convinto che almeno fino al voto in Sicilia, i primi di novembre, non si muovera’ nulla di concreto.

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