Ripresa fragile. Famiglie più ottimiste

3 maggio 2014

La Banca d’Italia conferma che l’Italia sta riannusando la fiducia persa nel biennio orribile 2011 e 2012. Lo scorso anno infatti “le famiglie hanno registrato una flessione del reddito disponibile inferiore all’anno precedente; si è avuto un calo dell’indebitamento e una ripresa degli investimenti in attività finanziarie”. Un quadro che è emerso dal Rapporto sulla stabilità finanziaria di Palazzo Koch. “I bassi tassi di interesse e le misure a sostegno dei mutuatari hanno contribuito a contenere la vulnerabilità delle famiglie indebitate” ha spiegato l’istituto di Via Nazionale secondo cui nel complesso “le condizioni finanziarie delle famiglie sono solide”. Secondo le previsioni di Bankitalia, “in uno scenario di graduale ripresa economica la percentuale di famiglie vulnerabili rimarrebbe sostanzialmente stabile (2,8 per cento nel 2015). In ogni caso anche che se il peggio sembra finito non è ancora il caso di festeggiare perché “in Italia la ripresa ciclica si va estendendo ma resta fragile” chiosano i tecnici della Banca d’Italia. A spingere le macchine produttive “è il buon andamento delle esportazioni, che ha favorito il ritorno a un avanzo di conto corrente.  Lo scorso anno il disavanzo pubblico in rapporto al Pil è rimasto stabile al 3%, mentre l’avanzo primario, pari al 2,2%, è il più elevato tra i paesi dell’aerea euro, assieme a quello della Germania”.

“Il debito in rapporto al prodotto è aumentato dal 127,0 al 132,6 per cento. Oltre un terzo dell’aumento è dovuto all’accelerazione del pagamento dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche e al sostegno finanziario ai paesi dell’area euro”, continua Bankitalia. “In un clima di rinnovata fiducia nella coesione dell’Unione monetaria, gli investitori esteri hanno aumentato i propri investimenti in Italia, sia in titoli pubblici sia in azioni e obbligazioni private. Ne hanno beneficiato i prezzi delle attività finanziarie; il calo dei tassi di interesse ha riguardato tutte le scadenze”, ha spiegato Via Nazionale. Acquisti che si sono tramutati in elementi positivi per le banche italiane. Alla fine di marzo i titoli pubblici nel portafoglio delle banche ammontavano a 382 miliardi, pari al 10,2%o del totale dell’attivo; si stima che da luglio la rivalutazione del portafoglio, indotta dal forte calo dei rendimenti, sia stata pari a circa 13 miliardi. “L’esposizione delle banche verso il settore pubblico italiano è in diminuzione.

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Tra luglio del 2013 e marzo del 2014 le vendite nette di titoli pubblici sono state pari a 22 miliardi, effettuate per la gran parte dai primi cinque gruppi bancari e da altre banche di grande”. Che sono state un po’ pigre nel restituire invece i fondi alla Bce. Solo 79 miliardi, il 31% della massa ottenuta contro il 61% degli altri paesi Ue. Ancora sofferente resta l’ immobiliare. “In Italia prosegue la discesa dei prezzi delle abitazioni in atto dalla fine del 2011”. “Nel quarto trimestre del 2013 la flessione è stata dell’1,3% sul periodo precedente (-4,8% sul quarto trimestre del 2012) -continua Bankitalia. Segnali positivi arrivano dalle banche. “Le erogazioni di mutui nel primo trimestre del 2014 sono aumentate del 9,3 % rispetto al periodo corrispondente del 2013”.

 

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