Rom querela Salvini: “Il ministro dovrebbe cominciare a cercare un dialogo”

Rom querela Salvini: “Il ministro dovrebbe cominciare a cercare un dialogo”
Alievski Musli e Matteo Salvini
11 agosto 2018

“Salvini dovrebbe cominciare a cercare un dialogo con le comunita’ e le associazioni dei rom per capire le necessita’ e risolvere i problemi, invece che di avere continuamente bisogno di un nemico intorno per soffiare sull’ignoranza della gente”.

Alievski Musli, trentenne italiano di etnia rom, ieri ha presentato alla procura della repubblica di Roma, tramite l’avvocato Andrea Maestri, esponente di Possibile, una querela-denuncia al ministro degli Interni e vicepremier per discriminazione razziale. Poi ha preso un aereo: destinazione Salonicco, in Grecia, dove questa mattina era al lavoro in un campo profughi alla periferia della citta’: “Stesi su un campo di patate ci sono circa 420 persone, 220 sono bambini – spiega al telefono – e non c’e’ un pezzo d’ombra dove ripararsi dal caldo”. Nato in Macedonia, il primo approccio con l’Italia, da bambino, e’ stato con un campo rom a Foggia. Dal 2004 si e’ trasferito a Pesaro, ha preso la cittadinanza italiana, lavora come magazziniere (“faccio l’operai da quando avevo 16 anni”), ha una casa in affitto e qui ha fondato, nel 2016, una onlus ‘Stay Human’, che segue in prima persona.

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“Le mie vacanze le spendo per rendermi utile”, sottolinea. Per Alievski Musli, la querela-denuncia presentata contro il vicepremier e ministro degli Interni e’ una decisione “coraggiosa” e conseguente a “anni di offese gratuite e discriminazioni, di fronte alle quali ho deciso di dire basta”. L’ultimo atto? “Aver sentito il ministro degli Interni, cioe’ il mio ministro visto che sono italiano, dire ‘purtroppo ce li dobbiamo tenere’ riferito agli italiani di etnia rom”. “Quello che non sopporto – spiega – e’ che accosti i rom alla criminalita’ e prima di lui ci aveva provato anche Maroni”. Alievski concorda con Salvini sul fatto che “i campi rom vadano chiusi”. “Lui dice ‘con la ruspa – aggiunge – io gli dico: come ministro faccia un programma serio che possa garantire a persone che sono cittadini italiani di avere delle prospettive”.

E’ di ieri il tweet di Salvini che risponde alla querela-denuncia: “una medaglia”, aggiungendo l’hastag #primagliitaliani. Oggi, da Salonicco, Musli gli risponde: “Anch’io sono italiano. Se vuole parliamone davanti a un caffe’ e, se non vuole farlo con me, si confronti con chi ha piu’ competenze di me”. “Penso che in una parte dell’Italia stia emergendo del razzismo: ci sono stati negli ultimi tempi diversi attacchi verbali e fisici”. Risponde cosi’ Alievski Musli alla domanda sul clima che si respira in Italia. “C’e’ gente che soffia sul fuoco – aggiunge – e una parte del Paese che reagisce negativamente”. Stessa situazione anche a Pesaro? Musli non ha dubbi: “A Pesaro mi trovo benissimo”.

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Non teme che, dopo l’atto giudiziario nei confronti del ministro degli Interni, le sue giornate possano cambiare ed e’ consapevole “dei tempi della giustizia italiana”. Cosa si aspetta? “Che ci sia un giudice che prenda in considerazione quello che dice Salvini e lo confronti con quanto e’ scritto nella costituzione italiana”. Alievski Musli non ha desideri di rivalsa, ne’ ambizioni politiche. “Vorrei solo che Salvini – spiega – si ricordasse di essere ministro della repubblica italiana, quindi anche il mio ministro”. E il patrocinio gratuito di Possibile non avrebbe alcun valore politico: “Nella vita faccio l’operaio, durante le ferie il volontario – spiega – sono grato al movimento per l’aiuto, ma io non faccio politica”. (Agi)

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